Piero De Luca, parlamentare del Partito Democratico e figlio del governatore campano Vincenzo De Luca, ha rilanciato un appello pubblico verso una coalizione progressista più unita e concentrata sui programmi, nel pieno della campagna elettorale regionale in Campania. Intervenendo a Napoli a un evento promosso da Forza Europa e Partito Democratico Europeo, De Luca ha detto: «Parlo con Fico e vedo solo cadere veti su di lui». Un’affermazione che fotografa lo stato delle trattative e invita a superare contrapposizioni per costruire un progetto credibile.
Le parole chiave: contatto, programma, veti
De Luca ha spiegato che le interlocuzioni con Roberto Fico sono già in corso, anche se in forma non ancora pubblica: “Ci stiamo sentendo telefonicamente, abbiamo avviato, così come con le altre forze della coalizione, un lavoro programmatico che dovrà essere concretizzato nei prossimi giorni con la convocazione di un primo tavolo.”
L’elemento centrale è il tema dei veti. Con questa parola De Luca indica le riserve, le opposizioni preventive verso la candidatura di Fico che, a suo dire, non sono state fondate su pregiudizi, ma impediscono una unione piena. «Su Fico, finora, ho visto solo un cadere di veti – non ci sono state pregiudiziali nei confronti della candidatura di Roberto Fico».
Secondo De Luca, il problema numero uno ora non è più “chi sarà candidato”, ma “di che cosa si parlerà”: i contenuti programmatici su cui costruire la sfida elettorale in Campania.
Chi è Piero De Luca e quale ruolo vuole avere
Piero De Luca è deputato del PD, figura ben conosciuta nelle dinamiche politiche campane, nonché figlio dell’attuale governatore Vincenzo De Luca. Sta emergendo come protagonista politico in questa fase, destinato a diventare segretario regionale dem.
La sua posizione è duplice: da un lato, difendere il lavoro prodotto nei dieci anni del governo regionale, dall’altro cercare rinnovamento e dialogo. Nel suo intervento ha fatto riferimento ai risultati ottenuti in sanità, nei rifiuti, nella gestione ambientale, nei trasporti per gli studenti, come elementi su cui il centrosinistra può costruire.

I “veti”: cosa sono, chi li pone, che effetti provocano
Per vetare qualcuno significa porre una condizione che impedisce la sua accettazione, spesso prima di vedere un piano concreto. Sono critiche preventive, contrarietà che emergono non sui contenuti ma sulla figura.
Nel caso di Roberto Fico, i “veti” vengono riportati da De Luca come ostacoli non esplicitamente manifesti, ma percepiti: riguardano la sua storia politica, le posizioni, forse anche le aspettative del PD e delle forze alleate. Non è chiaro chi ponga veti formalmente, ma l’allusione include anche ambienti interni al PD, gruppi civici, possibili partner nel campo largo.
Gli effetti dei veti sono concreti: rallentano la costruzione dell’unità, creano divisione, danno spazio ad attacchi reciproci, possono far perdere tempo prezioso, specie quando la campagna elettorale sta entrando nella fase finale.
La necessità di concentrarsi sui contenuti
De Luca insiste che la priorità ora è il programma. Non basta avere un leader accettabile, ma serve formulare delle proposte concrete che parlino ai cittadini: lavoro, trasporti, sanità, istruzione, ambiente, infrastrutture.
Secondo il parlamentare dem, il centrosinistra deve convocare rapidamente un tavolo programmatico con tutte le forze della coalizione, civiche e politiche, per definire il programma che guiderà la campagna e, se vincesse, la Regione nei prossimi anni.

Il contesto elettorale in Campania
Campania è una delle regioni chiave per le regionali autunnali 2025. Il centrosinistra con Fico candidato punta a riconfermare un dominio politico esistente, ma con alcune sfide:
- L’elettorato è sensibile alle questioni pratiche: sanità, trasporti, economia, occupazione.
- Il governatore uscente (Vincenzo De Luca) ha legacy importante: visibilità, realizzazioni, ma anche critiche.
- Il centrodestra è in corsa con profili civici e tecnici, con difficoltà a individuare il candidato unico.
In questo scenario, i tempi contano: fissare programmi concreti e mostrarsi uniti può fare la differenza nei confronti degli indecisi.
Possibili scenari futuri
- Se il centrosinistra riuscirà a superare i veti e costruire un programma chiaro, potrà capitalizzare la percezione di essere la parte responsabile, propositiva e preparata.
- Se invece le divisioni restano, l’offerta politica può sembrare inconcludente, con il rischio che l’elettorato premii chi mostra unità e concretezza.
- Eventuali polemiche su candidature, retroscena di veti, opposizioni interne rischiano di essere sfruttate dal centrodestra come elemento di contrasto.
Piero De Luca ha lanciato un messaggio chiaro: “Parlo con Fico”, “lavoriamo al programma”, “vedo solo cadere veti”.
Un richiamo all’unità, ma anche un avviso: non servono più le divisioni preventive, serve concentrarsi sui fatti, sulle priorità del territorio.
La partita in Campania non è ancora finita, è in equilibrio. Chi saprà mettere idea prima del dibattito pubblico – con proposte concrete e un fronte coeso – potrà avere un vantaggio decisivo.