📍 Luogo: Campania
Le Regionali in Campania si avvicinano rapidamente: la data del voto dovrebbe essere ufficializzata nei prossimi giorni, probabilmente tra il 16 e il 23 novembre 2025. Nel frattempo, mentre il centrosinistra lavora per blindare le alleanze, il centrodestra continua a rimanere senza un candidato ufficiale per la presidenza della Regione. Tra nomi in campo, pressioni interne e tensioni tra i partiti, la competizione entra in una fase delicata.
Data del voto: quando si deciderà
La data precisa delle elezioni regionali deve essere sancita tramite decreto. Secondo le fonti, si sta delineando che il voto potrebbe tenersi il 16 oppure il 23 novembre, ma al momento non c’è ancora conferma ufficiale.
La definizione della data è più che una formalità: influisce su tempi di campagna elettorale, sulle scelte dei candidati, sull’organizzazione territoriale, e su quando i partiti dovranno ufficializzare alleanze e programmi.
Centrosinistra: alleanze pronte, visione mobilitata
A differenza del centrodestra, il centrosinistra appare più avanzato nel consolidare le coalizioni. Le forze politiche che compongono il campo largo stanno definendo strategie, ruoli e programmi. La candidatura di Roberto Fico resta centrale, e ci sono segnali che le diverse componenti stanno convergendo su un progetto unitario.
Lavorano soprattutto su temi come sanità, trasporti, infrastrutture, istruzione, sviluppo locale, e partecipazione civica, cercando di raggiungere gli elettori non solo con la critica politica, ma con proposte concrete.
Centrodestra allo specchio: nomi, tensioni, vuoti
Il centrodestra è invece ancora in alto mare. Come riporta l’articolo:
- Forza Italia spinge per un candidato civico, una figura della società civile, uno che non sia percepito come parte della “politica tradizionale”.
- La Lega, invece, è accusata da Forza Italia di avere responsabilità nel ritardo: “se la Lega sbloccasse, già domani potremmo avere il nome del candidato”, dichiara Martusciello.
Tra i nomi che circolano:
- Michele Di Bari, ex prefetto
- I rettori Matteo Lorito e Gianfranco Nicoletti
- Giosy Romano, presidente della Zes unica
- Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), con sostegno di parte della base e dei dirigenti districati nel partito.
C’è però incertezza significativa: alcuni candidati hanno già smentito, altri sono titubanti, altri ancora vengono considerati “tossici” politicamente per le sfide del territorio o per la potenziale critica dell’avversario.

I problemi nella scelta del candidato
Perché il centrodestra è ancora senza nome ufficiale? Queste sono alcune delle ragioni principali:
- Rischio politico elevato
La Regione Campania non è semplice da conquistare. Le amministrazioni di centrosinistra hanno una base consolidata, e competere significa mettere in campo un candidato preparato, credibile, conosciuto. - Tensioni interne tra partiti della coalizione
Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno visioni diverse su quale tipo di candidato preferire: civico, tecnico, politico, locale, noto. Ogni scelta comporta scontenti e rischi. - Visibilità e profilazione pubblica
Un candidato troppo legato a Roma può essere visto come “uomo del partito”, mentre un civico può non avere sufficiente riconoscimento. È necessario mediare tra notorietà e radicamento territoriale. - Tempistiche ridotte
Con la data del voto che si avvicina, ogni giorno perso nella scelta costa: tempo per la campagna, per costruire il programma, per consolidare le alleanze locali. Ritardi rischiano di indebolire la coalizione.

Nomi che circolano: opportunità e punti di debolezza
Ecco una panoramica su alcuni dei personaggi che sono emersi come papabili per la candidatura:
- Michele Di Bari (ex prefetto): autorità istituzionale e profilo neutrale; ma ha smentito, probabilmente per evitare rischi e critiche prima del via libera.
- Matteo Lorito: rettore; portatore di credibilità accademica, ma potrebbe essere percepito distante dal “mondo politico” locale.
- Gianfranco Nicoletti: altro profilo accademico, conosciuto; può essere ben visto come civico, ma serve che accetti una sfida ardua.
- Giosy Romano: presidente Zes unica; figura tecnica con esperienza nel Mezzogiorno, può avere appeal, ma deve bilanciare credibilità politica e amministrativa.
- Edmondo Cirielli: aspetto politico forte; però candidarsi significa accettare visibilità del rischio, e una competizione complessa.

Ogni profilo porta con sé opportunità e limiti. La sfida è scegliere chi può offrire il miglior equilibrio tra riconoscibilità, competenza e accettabilità da parte dell’elettorato e della coalizione.
Scenari possibili
Ecco alcuni scenari plausibili, dati i tempi e le variabili:
- Scelta civica: il centrodestra sceglie un profilo esterno ai partiti, cercando di attirare l’elettorato moderato; rafforza l’immagine di novità, ma richiede campagne forti di riconoscimento.
- Profilo politico “classico”: scelta di qualcuno con legami forti con i partiti; rischio che venga criticato come “politico di parte”, ma utile per mobilitare la base elettorale.
- Soluzione last minute: si arriva alla scelta solo all’ultimo momento, con candidatura che possa sembrare improvvisata, e questo potrebbe dare vantaggio al centrosinistra.
Implicazioni elettorali
- Se il centrosinistra mantiene compattezza e scelte anticipate, può sfruttare il vantaggio di calendario: alleanze formate, programmi pronti, presenza sul territorio.
- Per il centrodestra, scegliere in ritardo può significare minor visibilità, difficoltà nella mobilitazione, possibilità che si consuma consenso tra i potenziali candidati.
- Elettori indecisi osserveranno la credibilità del candidato: chi sembra pronto, chi ha percorso locale, chi è percepito distante dagli interessi reali della regione.