La figura di Renato Vallanzasca, noto come “il bel René”, torna al centro dell’attenzione pubblica. Dopo oltre cinquant’anni trascorsi in carcere per una serie di crimini tra cui rapine, sequestri e omicidi, Vallanzasca è attualmente detenuto in una residenza sanitaria assistenziale (RSA) a causa di una grave forma di demenza senile. In questo contesto, è stata avviata una petizione per richiedere la grazia al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La petizione su Change.org
La petizione, promossa da Ivano Aprile su Change.org, è stata lanciata il 23 maggio 2025 e ha raccolto centinaia di firme in pochi giorni. La richiesta si basa sulle condizioni di salute di Vallanzasca, affetto da Alzheimer in fase avanzata, che lo rendono incapace di intendere e volere. Secondo i promotori, la concessione della grazia permetterebbe a Vallanzasca di trascorrere gli ultimi anni di vita in una struttura più vicina ai suoi amici e familiari, facilitando le visite e l’assistenza.
Chi desidera firmare la petizione può farlo direttamente a questo link:
👉 Petizione
L’appello di Tino Stefanini
Tino Stefanini, ex compagno di detenzione e amico di Vallanzasca, ha dichiarato: “Renato non è più lui. È un malato irrecuperabile. Chiediamo solo un atto di umanità”. Stefanini, tornato in libertà da poco, ha lanciato la petizione e ha coinvolto personaggi noti per sostenere la causa. In un’intervista a Il Giorno, ha affermato: “Riavvicinare Renato a Milano, ridandogli la libertà, sarebbe l’unico modo per consentire agli amici di stargli vicino e a lui di avere un conforto”.
Le reazioni e le polemiche
La proposta ha suscitato reazioni contrastanti. Dall’altra parte, i familiari delle vittime e alcune associazioni hanno espresso forte opposizione. Carlo Saffioti, vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, ha affermato: “La grazia ha senso solo davanti a una richiesta di perdono. Vallanzasca non ha mai mostrato pentimento per i suoi crimini”.
Il passato criminale e le precedenti richieste di grazia
Renato Vallanzasca è stato condannato a quattro ergastoli e a 295 anni di reclusione per una serie di crimini commessi negli anni ’70. Nel corso della sua detenzione, ha tentato più volte di ottenere benefici penitenziari, ma le richieste sono state respinte a causa della mancanza di pentimento e del rischio di recidiva.
Nel 2005, Vallanzasca aveva presentato una richiesta di grazia, motivandola con il desiderio di rendere felice sua madre. Tuttavia, la richiesta fu respinta dal Presidente della Repubblica dell’epoca, Giorgio Napolitano.
In Conclusione
La richiesta di grazia per Renato Vallanzasca riapre un dibattito complesso che coinvolge temi come la giustizia, la pietà e il diritto delle vittime. Mentre alcuni invocano un gesto di umanità nei confronti di un uomo ormai annientato dalla malattia, altri sottolineano l’assenza di pentimento e la gravità dei crimini commessi. La decisione finale spetterà al Presidente della Repubblica, che dovrà valutare attentamente tutti gli aspetti della vicenda.