📍 Luogo: Napoli
Il terremoto di magnitudo 4.4 registrato il 13 maggio 2025 ai Campi Flegrei ha nuovamente acceso i riflettori sulla fragilità dell’area e sulle preoccupazioni di migliaia di cittadini. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha annunciato la volontà di proporre la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, chiedendo prima l’intesa con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
Campi Flegrei, Musumeci: “Procedura straordinaria per velocizzare gli interventi”
“Il perdurare dello sciame sismico, che in due mesi ha fatto registrare tre scosse ben avvertite dalla popolazione, suggerisce la necessità di procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza”, ha spiegato Musumeci. Il provvedimento, ha aggiunto, “risponderebbe all’esigenza di velocizzare, in regime straordinario, le procedure già in atto per mitigare il rischio sismico, connesso al bradisismo”.
L’INGV: “Sollevamento costante, ma il magma non risale”
Durante una conferenza stampa all’Osservatorio Vesuviano di Napoli, Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’INGV, ha chiarito che il magma non è in risalita verso la superficie. “La sismicità è legata alla fratturazione delle rocce e al sistema idrotermale in pressurizzazione, non al movimento di magma”. La zona è in sollevamento continuo, con una velocità media di 15 mm al mese.
Secondo l’INGV, la scossa di magnitudo 4.4 registrata il 13 maggio fa parte di uno sciame sismico iniziato poche ore prima, che ha visto ben 35 eventi sismici rilevati. Tre di questi hanno superato magnitudo 3. I movimenti tellurici si concentrano nella fascia di profondità tra i 2 e i 3 km.
Campi Flegrei, Musumeci: frane da crollo e allarme per il territorio instabile
Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Di Vito, ha segnalato il verificarsi di frane da crollo in diversi punti dell’area flegrea, tra cui il versante del Gauro, la Solfatara e la zona Accademia. Blocchi di tufo sono caduti a seguito degli eventi sismici principali. “Sono piccoli segnali che indicano l’instabilità del territorio”, ha spiegato Di Vito.
Monitoraggio costante: Co2, deformazioni e rete sismica potenziata
L’INGV ha rafforzato la rete di monitoraggio con 37 stazioni attive sul territorio. Vengono misurati costantemente parametri come le emissioni di CO₂, l’innalzamento del suolo, la temperatura e la sismicità. “Tutti questi dati devono essere analizzati congiuntamente per comprendere cosa sta accadendo”, ha ribadito Bianco.
Attualmente non ci sono segnali di una risalita magmatica imminente, ma il bradisismo è un fenomeno in corso e potrebbe evolversi. “Viviamo su un vulcano. Dobbiamo essere preparati, senza creare panico ma con serietà”, ha concluso Di Vito.