📍 Luogo: Vignale di Traversetolo
Chiara Petrolini, la giovane di 22 anni accusata di aver ucciso e sepolto due figli neonati nella villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, ha ottenuto l’autorizzazione dalla Corte d’Assise per sostenere l’esame di Criminologia all’università. La vicenda ha suscitato un forte impatto mediatico e sollevato interrogativi etici e giuridici: una studentessa imputata per duplice infanticidio che affronta proprio l’esame di una materia legata al crimine.
Petrolini è iscritta al secondo anno del corso di laurea in Scienze dell’Educazione presso l’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore). Criminologia è una delle materie obbligatorie del piano di studi. Su richiesta dei suoi legali, la Corte d’Assise ha autorizzato l’esame, che sarà sostenuto alla presenza della docente Susanna Pietralunga.
Il duplice infanticidio e l’inchiesta
La giovane si trova agli arresti domiciliari da quasi un anno con l’accusa gravissima di infanticidio e soppressione di cadavere. Secondo le ricostruzioni, avrebbe dato alla luce in casa due bambini in momenti diversi e, poco dopo il parto, li avrebbe uccisi e seppelliti nel giardino della villetta familiare. I fatti risalgono ad almeno due anni fa, ma sono emersi nel 2023 dopo una segnalazione anonima.
Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno recuperato i resti dei due neonati all’interno della proprietà, e il caso è finito davanti alla Corte d’Assise di Parma. La giovane ha scelto di non avvalersi del rito abbreviato, aprendo quindi un lungo processo ordinario. In aula, la difesa ha sostenuto sin dall’inizio che la ragazza avrebbe agito in uno stato mentale alterato, chiedendo l’apertura di una perizia psichiatrica.
L’esame universitario e la controversia
L’autorizzazione a sostenere l’esame ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato c’è chi difende il diritto allo studio anche per una persona in attesa di giudizio, dall’altro chi vede in questa decisione una contraddizione etica, specie considerando che l’esame riguarda proprio la Criminologia, disciplina che studia autori e dinamiche del crimine.
La Corte ha acconsentito alla richiesta, stabilendo che l’esame si svolgerà sotto sorveglianza, nel rispetto delle misure cautelari in vigore. Chiara Petrolini, nonostante l’accusa, prosegue gli studi con l’obiettivo di laurearsi in un settore che forma educatori e figure professionali impegnate nel sociale. Una scelta che molti ritengono controversa, considerando il profilo dei fatti contestati.
Verso la perizia psichiatrica
La prossima udienza è fissata per il 15 settembre 2025, data in cui verrà avviata la perizia psichiatrica sull’imputata, già ammessa dai giudici. L’obiettivo sarà stabilire se, al momento dei fatti, la giovane fosse capace di intendere e di volere. I periti dovranno anche esprimersi sul livello di pericolosità sociale della ragazza.
Il collegio dei periti sarà affiancato da consulenti nominati dalla pubblica accusa e dalla difesa, le cui relazioni preliminari hanno già evidenziato posizioni molto differenti. La perizia potrebbe incidere profondamente sull’esito del processo e sul destino giudiziario della giovane.
Una storia che scuote le coscienze
Il caso di Chiara Petrolini continua a far discutere non solo per la gravità delle accuse, ma anche per le sue implicazioni culturali e sociali. Una giovane donna, studentessa in Scienze dell’Educazione, imputata per un crimine che scuote nel profondo la coscienza collettiva, decide di proseguire gli studi e di affrontare proprio l’esame di Criminologia.
È il paradosso della giustizia, che consente — nel rispetto della presunzione d’innocenza — di mantenere il diritto allo studio anche nei casi più gravi, ma al contempo solleva domande inquietanti sul confine tra rieducazione e realtà.