📍 Luogo: Garlasco
Nuovi filoni investigativi riaprono il caso Chiara Poggi, uccisa a Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007. Al centro dell’attenzione torna quella che gli inquirenti chiamano “impronta 44”, una traccia di suola scura rilevata vicino al corpo, mai analizzata finora e situata proprio sotto l’impronta 33, attribuita all’amico di famiglia Andrea Sempio.
L’enigma dell’impronta 44: calpestata ma ignorata
L’impronta 44 è una strisciata di suola rilevata “sotto” quella numero 33, proprio sulla parete della scala dello scantinato dove venne rinvenuto il corpo di Chiara Poggi. La traccia non è mai stata sottoposta all’esame biologico. Gli investigatori ora ipotizzano che essa possa appartenere al vero autore del delitto, che avrebbe potuto sporcare indelebilmente la suola nell’atto di caricare il corpo di Chiara.
Esisterebbe inoltre una contraddizione evidente: l’assassino, portando via la vittima, non poteva non venire a contatto con il sangue. Eppure, su questa impronta, e sulle altre rilevate in loco, non è stato trovato DNA né sangue. Le autorità sospettano che le prove siano state ignorate o contaminate, compromettendo una svolta che potrebbe essere decisiva.
Il ruolo sospetto di Andrea Sempio e l’impronta 33
L’impronta 33 – attribuita ad Andrea Sempio – è posizionata vicino al corpo di Chiara. Tuttavia, la sua originaria perizia è stata considerata poco solida: secondo altri esperti non raggiungeva la soglia necessaria per l’identificazione certa. A oggi il reperto non si troverebbe, rendendo impossibile verifiche successive.
Nel frattempo, Sempio è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso nel delitto, grazie all’esame del DNA trovato sotto le unghie della vittima. L’ipotesi è che fosse presente almeno un’altra persona nella villetta, come suggerito dall’intreccio tra impronte multiple e frammenti di DNA non riconducibili.
Nuova perizia: impronte e assenza di sangue
Nel corso dell’incidente probatorio disposto dalla Procura, è emerso che l’impronta 10 (un’altra traccia ritenuta significativa) non conteneva sangue e l’impronta 33 è dispersa. Restano quindi senza riscontri le evidenze più circostanziate sul luogo del delitto.
Intanto, la “44” torna al centro: una traccia che nessuno ha approfondito ma che, posta nel punto chiave dove fu deposto il corpo, potrebbe rivelare il volto del vero killer.
Perché ora è importante: il caso si riapre dopo 18 anni
Il delitto di Chiara, condannato definitivamente con la sentenza Stasi a 16 anni, torna ad alimentare dubbi. La scoperta della nuova impronta 44 e le incertezze procedurali rilanciano il caso, sollevando interrogativi su eventuali omissioni e contaminazioni delle prove.
Un nuovo filone di indagini, delegato ai Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, è stato riaperto con Andrea Sempio indagato dal marzo 2025 in seguito a un avviso di garanzia per omicidio in concorso. Ora le forze dell’ordine stanno lavorando proprio sulle tracce lasciate sul muro e sulle scale, comprese quelle legate alle “stampelle” o suole particolari.