Garlasco

Nordio sul caso Garlasco: “Condanna dopo due assoluzioni è irragionevole”

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Written by Redazione

26 Maggio 2025

📍 Luogo: Garlasco

Sul caso Garlasco, il ministro della Giustizia Carlo Nordio critica la condanna dopo due assoluzioni: “Serve una riforma del sistema”. Nessuna conseguenza per i magistrati.

Il delitto di Garlasco torna al centro del dibattito giudiziario. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenuto su Rete 4, ha espresso forti perplessità sulla condanna definitiva di Alberto Stasi dopo due sentenze di assoluzione. Nessuna responsabilità, tuttavia, per i magistrati che si occuparono dell’inchiesta iniziale.

Nordio: “Condanna irragionevole dopo due assoluzioni”

Durante la trasmissione Zona Bianca, il ministro Carlo Nordio ha commentato i più recenti sviluppi sul caso Garlasco.
“Trovo irragionevole che dopo una o due sentenze di assoluzione sia intervenuta una condanna senza rifare l’intero processo. Tutto questo è irrazionale”, ha dichiarato con fermezza.

Il Guardasigilli ha premesso di non voler entrare nel merito della vicenda giudiziaria in corso, ma ha ribadito la necessità di una riforma:
“Se per legge si può condannare solo al di là di ogni ragionevole dubbio, se uno o più giudici hanno dubitato al punto da assolvere, non si vede come si possa poi condannare. Serve una riforma, che abbiamo provato a fare e realizzato solo a metà”.

Nessuna responsabilità per i magistrati della prima inchiesta

Nordio ha poi risposto a una domanda diretta sulle eventuali responsabilità dei magistrati che hanno condotto le prime indagini sul delitto di Garlasco:
“No, assolutamente”, ha affermato.
“La responsabilità si può avere solo se il magistrato non conosce la legge o dimostra di non conoscere le carte. Per questo nei Paesi democratici esiste un doppio o triplo grado di giudizio”.

I cittadini e la fiducia nella giustizia

Il ministro ha poi ampliato il discorso, riflettendo sullo stato generale della giustizia in Italia:
“In questo momento l’opinione del cittadino nei confronti della giustizia è abbastanza negativa”, ha detto.
“Non è tanto colpa dei magistrati, quanto di leggi imperfette che consentono di procrastinare i processi all’infinito, anche quando bisognerebbe avere il coraggio di chiuderli”.

Il caso dell’impronta 33 e le ombre sull’inchiesta

Negli ultimi giorni è emerso un ulteriore elemento controverso legato all’impronta 33 attribuita ad Andrea Sempio: il campione di intonaco sarebbe scomparso dagli archivi. Una circostanza che alimenta ulteriori dubbi su un’indagine segnata da errori e mancanze, come la cancellazione del contenuto del cestino del PC di Alberto Stasi, allora compagno della vittima Chiara Poggi.

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