Emanuele De Maria trovato morto: si è lanciato dal Duomo

Emanuele De Maria, perché era fuori dal carcere? La Procura indaga su possibili sottovalutazion

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Written by Irene Vitturri

13 Maggio 2025

📍 Luogo: Milano

Sono fissate per venerdì 16 maggio le autopsie sui corpi di Emanuele De Maria e di Arachchilage Dona Chamila Wijesuriya, vittime dell’ennesimo caso di violenza esplosa fuori dal carcere. L’uomo, 35enne detenuto nel carcere di Bollate per femminicidio, lanciando dalle terrazze del Duomo di Milano domenica scorsa, poche ore dopo che il corpo della collega Chamila era stato ritrovato senza vita in un laghetto del Parco Nord. Entrambi lavoravano presso l’hotel Berna di Milano, dove De Maria prestava servizio in regime di lavoro esterno.

Il sospetto: segnali ignorati durante il percorso rieducativo

La Procura di Milano, sotto il coordinamento del pm Francesco De Tommasi, ha aperto un fascicolo autonomo per indagare sull’intero percorso carcerario e trattamentale di De Maria. L’obiettivo è verificare se ci siano state sottovalutazioni, omissioni o mancate segnalazioni da parte dell’amministrazione penitenziaria, degli operatori del carcere o del datore di lavoro.

Secondo quanto emerso finora, tutte le relazioni sul 35enne lo descrivevano come un “detenuto modello”. Ma ora gli inquirenti vogliono capire se davvero non ci siano mai stati segnali premonitori della sua pericolosità. De Maria era in carcere per l’omicidio di una giovane prostituta avvenuto a Castel Volturno nel 2016. E aveva ottenuto il permesso per il lavoro esterno presso la reception dell’hotel.

Emanuele De Maria, lavoro esterno, ma con quali controlli?

Tra le verifiche più delicate ci sono quelle relative ai controlli durante il lavoro fuori dal carcere. Il datore di lavoro sarà sentito per accertare se fosse a conoscenza di eventuali episodi critici, liti o comportamenti anomali da parte del detenuto. Alcuni colleghi hanno riferito di tensioni precedenti con il barista Hani Nasr, accoltellato proprio da De Maria sabato mattina.

Il telefono dell’uomo non è stato ancora ritrovato, e non è chiaro se il coltello usato per l’aggressione e l’omicidio di Chamila sia stato preso all’interno dell’albergo. Anche questo aspetto è oggetto di indagine. I pm stanno inoltre cercando di ricostruire le 48 ore trascorse da De Maria tra l’aggressione e il suicidio, ore in cui si sarebbe nascosto per la città senza ricevere aiuto da terzi.

Le indagini puntano su carcere e hotel

Tutta la documentazione del carcere di Bollate acquisita, compresa l’ultima relazione datata 12 maggio, giorno successivo al suicidio. I documenti dell’hotel Berna sono stati sequestrati per verificare eventuali mancanze nella comunicazione tra struttura ricettiva e istituto penitenziario.

Nel frattempo, la Procura ha disposto le autopsie su entrambi i corpi: si attende di sapere se De Maria assunto sostanze stupefacenti prima di agire e se ci sono altri dettagli rilevanti dalle ferite di Chamila. Una verità dolorosa ma necessaria, per capire se e dove il sistema ha fallito.

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