Alessandro impagnatiello

Impagnatiello, no alla giustizia riparativa: la Corte d’Appello respinge l’istanza. La famiglia di Giulia Tramontano dice no

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Written by Irene Vitturri

9 Luglio 2025

La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha respinto ufficialmente l’istanza presentata dalla difesa di Alessandro Impagnatiello, l’ex barman condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese. Il giudice Giuseppe Ondei, presidente della Corte, ha motivato la decisione evidenziando l’irrilevanza dei motivi avanzati dall’imputato per accedere al percorso di giustizia riparativa.

L’istanza presentata dall’avvocatessa Giulia Geradini, che aveva sottolineato la presunta collaborazione dell’imputato, la sua ammissione di responsabilità e i segni di pentimento mostrati nel primo contraddittorio processuale. Ma per i giudici, tutto questo non basta.

“Movente non rielaborato e famiglia indisponibile”: perché no

Il rigetto basato su due punti fondamentali. In primo luogo, i giudici ritengono che Impagnatiello non abbia rielaborato criticamente il movente che lo ha portato a compiere il femminicidio, impedendo così di dare valore a un percorso di responsabilizzazione e riconciliazione. In secondo luogo, pesa in modo determinante l’indisponibilità della famiglia di Giulia Tramontano, che si è dichiarata, al momento, irremovibile nel rifiuto a partecipare a qualsiasi forma di giustizia riparativa.

Il principio della giustizia riparativa e i limiti del caso Impagnatiello

La giustizia riparativa è uno strumento che consente a colpevole e vittima (o ai familiari) di affrontarsi in un contesto protetto, per elaborare il danno e promuovere una possibile riconciliazione. Ma nel caso specifico, la Corte ha valutato che non vi sono le condizioni per avviare un simile percorso. Né dal punto di vista dell’autore del reato, né da quello della famiglia colpita dal lutto.

Il comunicato della Corte sottolinea come i moventi e gli impulsi criminosi considerati decisivi anche nella sentenza d’appello. E che l’assenza di una rielaborazione autentica da parte di Impagnatiello renda inutile l’attivazione del percorso riparativo, il cui scopo primario è proprio quello della responsabilizzazione dell’autore e del riconoscimento della vittima.

La conferma dell’ergastolo e l’omicidio di Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello condannato all’ergastolo per l’omicidio volontario aggravato della compagna Giulia Tramontano, uccisa nel maggio 2023. La vittima, incinta di sette mesi, è stata accoltellata nella casa che condividevano. L’omicidio ha scosso l’intero Paese, diventando simbolo dei femminicidi che continuano a colpire in modo drammatico la società italiana.

La condanna all’ergastolo è stata confermata in secondo grado lo scorso maggio. L’ulteriore tentativo della difesa di avviare un percorso alternativo si è infranto contro la valutazione severa e realistica della Corte, che ha voluto tutelare non solo il valore della giustizia, ma anche la memoria della vittima e il dolore della famiglia.

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