Karim Hamed Mandi

Karim, 16 anni, morto dopo un tuffo nel fiume Adda: era ospite in una comunità

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Written by Redazione

16 Agosto 2025

📍 Luogo: Lodi

Karim Hamed Mandi, morto nel fiume Adda dopo un tuffo: aveva solo 16 anni ed era ospite di una comunità a Spino d’Adda

Karim Hamed Mandi, 16 anni, è morto dopo essersi tuffato nel fiume Adda a Merlino, in provincia di Lodi. Il giovane, ospite di una comunità per minori a Spino d’Adda, era scomparso sott’acqua in una zona dove da anni vige il divieto di balneazione. Nonostante i soccorsi, non ce l’ha fatta.

Il tuffo nel fiume Adda e la tragedia

La tragedia si è consumata giovedì pomeriggio dopo le 18, quando il ragazzo si è tuffato nel fiume Adda, in località Bocchi di Comazzo. L’area è nota per le sue forti correnti e la profondità irregolare, tanto da essere interdetta alla balneazione da anni.

Il corpo individuato dai vigili del fuoco

Dopo la segnalazione degli amici, i vigili del fuoco di Lodi hanno avviato le ricerche, supportati da un elicottero Drago decollato da Malpensa. Il corpo del giovane è stato individuato immobile sul fondo del fiume. Le operazioni di recupero sono state difficili a causa delle condizioni del fiume.

Karim portato in ospedale in condizioni disperate

Dopo il recupero, il ragazzo è stato sottoposto per oltre mezz’ora a manovre di rianimazione sul posto. Successivamente è stato trasportato in condizioni gravissime all’ospedale San Raffaele di Milano, dove è deceduto poco dopo il ricovero.

Chi era Karim Hamed Mandi

Karim aveva 16 anni, era di origine egiziana e si trovava in Italia come minore non accompagnato. Risiedeva in una comunità di accoglienza per minori a Spino d’Adda, nel Cremonese. Era in compagnia di alcuni amici al momento della tragedia.

Aperta un’indagine sulla morte del 16enne

La Procura di Lodi ha aperto un fascicolo per chiarire le circostanze della morte del giovane. Le indagini sono affidate ai carabinieri, che stanno ricostruendo l’accaduto attraverso le testimonianze e l’analisi del luogo dell’incidente.

L’impegno dei soccorritori: “Abbiamo fatto il possibile”

Il Comando dei Vigili del Fuoco di Lodi ha confermato che i primi ad avviare le manovre di soccorso sono stati proprio i pompieri intervenuti in zona. Hanno operato con determinazione per salvare la vita del ragazzo, ma le condizioni erano già disperate.

L’ennesima tragedia evitabile

La vicenda riaccende l’attenzione sul rispetto dei divieti nei luoghi pericolosi. Nonostante la presenza dei cartelli che vietano la balneazione, soprattutto nei mesi estivi molti giovani sfidano le regole, spesso con esiti tragici.

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