Laura Santi è morta con suicidio assistito: aveva 50 anni ed era affetta da sclerosi multipla, il primo caso riconosciuto in Umbria
Laura Santi, giornalista e attivista dell’associazione Luca Coscioni, è morta a 50 anni con suicidio assistito nella sua casa di Perugia. Affetta da sclerosi multipla, è la prima persona in Umbria ad aver avuto accesso legale a questa procedura dopo un lungo iter giudiziario.
Un addio accompagnato dall’amore
Ad assisterla nel momento finale il marito Stefano, sempre al suo fianco durante anni di sofferenza e battaglie legali. Laura ha scelto di morire nella sua casa, in pace, con l’autosomministrazione del farmaco letale fornito dalla ASL.
La lunga battaglia per il diritto a decidere
Il percorso non è stato semplice: oltre due anni di attese, denunce, ricorsi e un lungo iter giudiziario. Solo a novembre 2024 è arrivata la valutazione medica definitiva e nel giugno 2025 l’approvazione del protocollo da parte del comitato etico.
«Vi prego, ricordatemi»
Le ultime parole di Laura, affidate all’associazione Luca Coscioni, sono un inno alla libertà e alla lotta: «Vi prego, non vi rassegnate mai. Ricordatemi. Mi porto con me la bellezza che mi avete regalato».
La sua testimonianza commuove il Paese
Per anni ha raccontato la sua condizione e la sua scelta con coraggio. «La vita è degna se uno lo vuole», diceva. Ma allo stesso tempo rivendicava il diritto a decidere quando il dolore diventava insopportabile.
Una morte consapevole e assistita
Il farmaco è stato somministrato con l’assistenza di personale medico attivato su base volontaria. Il caso ha riacceso il dibattito sul fine vita e sull’importanza di una legge nazionale che regolamenti il suicidio medicalmente assistito.
Camera ardente e saluto di commiato
Oggi dalle 14 alle 19 e domani dalle 8 alle 17 la camera ardente sarà aperta nella casa funeraria Ifa Passeri di San Sisto. Alle 17.30 è previsto un saluto di commiato aperto a chi vorrà rendere omaggio a Laura.
Il ricordo di una voce coraggiosa
Laura Santi non è solo un simbolo, ma una donna che ha combattuto per la libertà di scelta, trasformando il suo dolore in testimonianza. Il suo messaggio resta vivo: continuare a lottare, anche quando tutto sembra impossibile.