Matteo Franzoso

Matteo Franzoso, lo sciatore italiano muore dopo una grave caduta: aveva 25 anni

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Written by Redazione

15 Settembre 2025

📍 Luogo: Santiago del Cile

Santiago del Cile, 15 settembre 2025 – È morto Matteo Franzoso, promettente atleta azzurro delle Fiamme Gialle, che avrebbe compiuto 26 anni domani. Una caduta in allenamento, sabato scorso sulla pista di La Parva, ha causato un trauma cranico grave con edema cerebrale: dopo due giorni in coma farmacologico, il suo cuore ha smesso di battere.

La caduta che non lascia scampo

Era il 13 settembre quando Matteo Franzoso stava svolgendo sessioni con la nazionale sulle nevi cilene, a circa 50 chilometri da Santiago. Durante un salto di allenamento ha perso l’equilibrio all’atterraggio, finendo sbalzato in avanti verso le reti di protezione. Oltrepassate due file di reti, ha impattato con una staccionata posta fuori dal tracciato, a diversi metri di distanza.

Il soccorso e il coma farmacologico

Immediato l’intervento dell’elisoccorso, che ha trasportato Matteo in una clinica a Santiago dove gli è stato diagnosticato un trauma cranico grave. È stato indotto in coma farmacologico per cercare di contenere i danni cerebrali. I medici hanno fatto tutto il possibile, ma l’edema cerebrale si è aggravato. Dopo due giorni in condizioni disperate, è stato accertato il decesso.

Chi era Matteo Franzoso

Nato a Genova il 16 settembre 1999, Matteo era cresciuto sciisticamente al Sestriere. Era specialista delle prove di velocità, discesa libera e supergigante. Aveva partecipato a 17 gare di Coppa del Mondo (11 in superG, 6 in discesa). Il suo miglior risultato in Coppa del Mondo era stato un 28º posto in un superG. Nel 2021 aveva vinto una gara in Coppa Europa, a Zinal, nel superG. Oltre alla carriera agonistica, era considerato un ragazzo solare, pieno di impegno, con la passione per lo sci come stile di vita.

La famiglia, lo sport, un addio difficile

I genitori di Matteo, papà Marcello e mamma Olga, sono arrivati a Santiago per stare al suo fianco nei giorni più duri. Presenti anche amici e compagni di squadra, distrutti dalla perdita. Il presidente della federazione, e tutto lo staff dello sci italiano, hanno espresso profondo cordoglio: “È una tragedia per la famiglia e per il nostro sport” hanno dichiarato, sottolineando l’urgenza di prevenire fatti simili in futuro.

Sicurezza nello sci: riflessioni amare

Questa tragedia riporta all’attenzione la questione della sicurezza negli allenamenti ad alta velocità. Protezioni del tracciato, posizionamento delle barriere, struttura dei salti: ogni elemento tecnico può fare la differenza tra la vita e la morte. Matteo ha affrontato un salto considerato “piccolo”, ma anche questi possono diventare pericolosi se l’assetto, la visibilità o la protezione non sono ottimali.

Il precedente doloroso: Matilde Lorenzi

Il nome di Matilde Lorenzi, scomparsa meno di un anno fa in circostanze similari, torna pungente nel dolore collettivo. Entrambi giovani, entrambi con futuro davanti e segnati da cadute durante allenamenti. La memoria della Lorenzi non basta a prevenire, ma diventa un monito – per atleti, federazioni, tecnici – perché non si continui a ignorare il rischio.

Matteo Franzoso non è più

La vita e la carriera di Matteo si chiude qui, ma lascia un’eredità che non si cancellerà. Il suo impegno, le sue sfide, la dedizione: saranno ricordati da chi lo conosceva, da chi condivideva la neve, da chi lo guardava gareggiare. Adesso resta la speranza che la sua memoria serva non solo a piangere, ma a far migliorare.

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