Michelle Causo

Michelle Causo, l’amico Valerio minacciato su Instagram: “Come ti becco ti ammazzo”. La famiglia accusa: “Profilo riconducibile a Oliver”

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Written by Irene Vitturri

23 Giugno 2025

📍 Luogo: Roma

Valerio Rossi, 20 anni, amico della giovane Michelle Causo, la ragazza uccisa brutalmente a Primavalle il 29 giugno 2023, ha ricevuto un messaggio shock via Instagram: “Vuoi fare la stessa fine di Michelle? Come ti becco ti ammazzo”. La minaccia, pesantissima, sarebbe arrivata da un profilo riconducibile a Oliver, il giovane condannato a 20 anni per l’omicidio e attualmente detenuto nel carcere minorile di Treviso.

Omicidio Michelle Causo – Il profilo social “fantasma” e le immagini dalla cella

Non solo minacce scritte. Valerio ha raccontato di aver ricevuto anche immagini scattate all’interno di una cella, dove ha riconosciuto chiaramente Oliver: “Era lui, il viso e il fisico coincidono. Non ho dubbi. L’ho visto tre volte a Primavalle prima dell’omicidio”. A confermare i sospetti è anche la famiglia di Michelle, che avrebbe parlato con un altro detenuto: “Ci hanno detto che Oliver continua a usare i social, o fa usare i suoi profili a qualcun altro. Questo basta a far tremare chi gli è sopravvissuto”.

La denuncia alla polizia postale

Valerio ha presentato una denuncia formale alla polizia postale. Il messaggio intimidatorio è arrivato il 7 giugno da un account con lo stesso nome del canale social principale seguito da oltre 11mila follower. L’account sembrerebbe falso, o comunque gestito da terzi. Chi scrive si presenta come “un amico di Oliver, uno che ha fatto il carcere con lui”.

Parole di odio verso Michelle Causo: “Meritava di morire”

La denuncia include frasi agghiaccianti nei confronti di Michelle: “Si drogava come una tossica, era una poco di buono. Meritava di essere fatta a pezzi e buttata nelle fogne”. Per Valerio, queste parole dimostrano l’ossessione di Oliver verso la ragazza, anche dopo la morte: “Non gli è bastato ucciderla. Ora vuole infangarne la memoria da dietro le sbarre”.

Il peso di un solo anno in più

Valerio spera che la giustizia possa fare la sua parte: “Anche solo un anno in più per queste minacce significherebbe tanto”. Il caso riaccende l’allarme sull’uso dei social in carcere, soprattutto da parte di minori detenuti per crimini gravissimi. Le indagini sono in corso per identificare con certezza l’autore delle minacce.

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