📍 Luogo: San Giuliano Milanese
Tragedia sul lavoro: Jihed Selmi, operaio 36enne di origini tunisine e residente ad Asola, è morto dopo essere precipitato da circa dodici metri mentre stava lavorando alla manutenzione dei pannelli solari sul tetto dello stabilimento Ferolmet, azienda del gruppo Itelyum specializzata nello smaltimento dei rifiuti industriali. Il tetto ha ceduto improvvisamente sotto i suoi piedi, causando la caduta fatale.
L’incidente si è verificato attorno alle 11.50 in via della Pace. Nonostante l’arrivo immediato dei soccorsi, per Jihed non c’è stato nulla da fare. Le ferite riportate nella caduta sono state troppo gravi.
Jihed Selmi: un giovane lavoratore strappato alla vita
Jihed Selmi era dipendente della ditta Elettrozeta di Asola. In quella giornata si trovava a San Giuliano Milanese per un intervento tecnico programmato insieme ad altri colleghi. Descritto da amici e conoscenti come un lavoratore serio e responsabile, lascia un vuoto enorme tra i familiari e nella comunità di Asola, dove era conosciuto e apprezzato.
La sua morte mette in luce ancora una volta i rischi che quotidianamente affrontano gli operai impegnati in attività di manutenzione e lavori in quota.
La dinamica della tragedia
Secondo le prime ricostruzioni, Jihed stava camminando sul tetto per raggiungere l’area dei pannelli solari quando una parte della copertura ha ceduto di colpo. Il 36enne è precipitato da circa dodici metri, finendo violentemente a terra.
Immediato l’allarme: sul posto sono intervenuti gli operatori della Croce Bianca di San Giuliano, l’automedica e l’elisoccorso. I tentativi di rianimazione sono stati prolungati ma inutili: l’uomo era già in condizioni disperate.
Le indagini della Procura di Lodi
La Procura di Lodi ha aperto un fascicolo sull’accaduto per chiarire le cause della tragedia. Sul posto sono intervenuti anche gli ispettori dell’Ats e la Polizia Locale per verificare il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.
Gli inquirenti vogliono stabilire se le misure di protezione fossero adeguate, se fossero stati predisposti dispositivi anticaduta e se la copertura fosse idonea a sostenere il peso degli operai. Non si esclude che possano emergere responsabilità da parte dell’azienda o di chi ha pianificato l’intervento.
Il tema sicurezza sui luoghi di lavoro
La morte di Jihed Selmi riaccende il dibattito sulla sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro. I sindacati denunciano da tempo come i controlli siano insufficienti e come la formazione dei lavoratori non sempre sia adeguata.
Gli incidenti mortali in quota restano tra i più frequenti in Italia. Secondo i dati Inail, nel 2024 le cadute dall’alto hanno rappresentato circa un terzo delle morti bianche. Episodi che dimostrano quanto sia urgente rafforzare le misure di prevenzione.
La reazione dei sindacati
Le organizzazioni sindacali hanno espresso cordoglio per la morte di Jihed e hanno annunciato iniziative di sensibilizzazione. «Non possiamo accettare che un giovane di 36 anni perda la vita in questo modo», ha dichiarato un rappresentante della Cgil. «Serve un piano straordinario di controlli e investimenti in sicurezza».
Si chiede anche che vengano introdotte sanzioni più severe per chi non rispetta le norme e incentivi concreti per le aziende virtuose.
Il dolore della comunità di Asola
Ad Asola la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Amici e conoscenti hanno ricordato Jihed come un ragazzo solare, dedito al lavoro e alla famiglia. Le istituzioni locali hanno espresso vicinanza ai parenti e alla comunità tunisina del territorio.
È probabile che nei prossimi giorni venga organizzata una veglia di preghiera per ricordarlo e sostenere i suoi cari.
Un dramma che si ripete
La morte di Jihed Selmi è purtroppo l’ennesimo caso di incidente mortale sul lavoro. In Italia ogni giorno in media tre persone perdono la vita mentre svolgono la propria attività professionale.
La precarietà, i subappalti e la mancanza di cultura della sicurezza sono tra i fattori più citati dagli esperti come cause di un fenomeno che non accenna a diminuire.
La voce della politica
La tragedia ha spinto anche esponenti politici a intervenire. Alcuni parlamentari hanno ribadito la necessità di un piano nazionale sulla sicurezza. «Non possiamo continuare a piangere vittime – ha dichiarato un deputato – senza affrontare alla radice le cause degli incidenti».
L’auspicio è che la morte di Jihed non resti un episodio isolato, ma diventi occasione per azioni concrete.
L’indagine proseguirà nei prossimi giorni
Le autorità giudiziarie e l’Ats continueranno nei prossimi giorni a raccogliere testimonianze e documentazione tecnica. Saranno acquisiti i registri di sicurezza, verificati i materiali usati per la copertura e controllati i dispositivi individuali forniti agli operai.
Solo allora sarà possibile capire se l’incidente sia stato frutto di una tragica fatalità o se ci siano responsabilità precise.
Il ricordo che resta
La morte di Jihed Selmi lascia una ferita profonda nella sua famiglia, nei colleghi e in tutti coloro che lo conoscevano. Era un giovane con una vita davanti, interrotta brutalmente da un crollo improvviso.
Il suo nome si aggiunge purtroppo alla lunga lista delle vittime del lavoro, che in Italia continua a crescere nonostante gli appelli, le denunce e le promesse di cambiamento.