📍 Luogo: Verona
Un dramma immenso si è consumato a Verona, nelle vicinanze dello stadio Bentegodi, dove un sedicenne affetto da una grave forma di autismo è annegato in una piscina privata. Il giovane, di origine cingalese e residente in città insieme alla famiglia, era inserito in un percorso educativo e terapeutico presso il centro di formazione professionale Don Calabria. La mattina del 12 settembre, per cause ancora in fase di accertamento, il ragazzo è riuscito ad allontanarsi dalla struttura e a introdursi all’interno di una proprietà privata poco distante.
All’interno del giardino, privo di supervisione e di barriere che potessero impedire l’accesso all’acqua, il giovane si è diretto verso la piscina esterna. Pochi istanti dopo, probabilmente attratto dal movimento dell’acqua o dalla semplice curiosità tipica della sua condizione, è caduto in acqua e non è più riuscito a riemergere.
I soccorsi e l’intervento dei carabinieri
Quando il corpo è stato scoperto, per il ragazzo non c’era ormai più nulla da fare. I soccorritori del 118 sono intervenuti rapidamente sul posto, ma le manovre di rianimazione si sono rivelate inutili: il giovane era già privo di vita. La tragedia si è consumata in pochissimi minuti e ha lasciato sgomenti sia gli operatori sanitari sia gli stessi militari dell’Arma, immediatamente giunti sul luogo per i rilievi.
I carabinieri hanno delimitato l’area e avviato le indagini per ricostruire con precisione la dinamica dei fatti. In attesa del nulla osta da parte del magistrato, la salma del ragazzo è rimasta sotto sequestro, mentre venivano raccolte testimonianze e valutati i possibili profili di responsabilità.
Un percorso di vita segnato dall’autismo
Il giovane frequentava da tempo il centro Don Calabria, una struttura rinomata a Verona per l’accoglienza e la formazione di ragazzi con fragilità, in particolare giovani con disabilità intellettive o disturbi dello spettro autistico. Qui seguiva un programma di inserimento scolastico e professionale volto a favorire la sua autonomia e la socializzazione.
L’autismo, nelle sue forme più gravi, comporta difficoltà nella comunicazione, nella percezione del pericolo e nella gestione delle emozioni. Gli esperti sottolineano come l’acqua eserciti spesso un’attrazione particolare sui bambini e adolescenti autistici, rendendo le piscine e i corsi d’acqua luoghi potenzialmente molto pericolosi se non sorvegliati con la massima attenzione.
La dinamica dell’allontanamento
Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo sarebbe sfuggito momentaneamente al controllo degli educatori del centro Don Calabria. Approfittando di un attimo di distrazione o di un momento di maggiore libertà, avrebbe imboccato la strada che porta alla proprietà privata poco distante dalla scuola.
Lì, superando la recinzione, è entrato nell’area dove si trovava la piscina. Non è ancora chiaro se abbia tentato di bagnarsi, se sia inciampato accidentalmente o se abbia deciso di tuffarsi senza la consapevolezza dei rischi. In pochi secondi la situazione è precipitata.
L’impatto sulla comunità
La notizia della morte del sedicenne ha colpito profondamente la comunità di Verona, in particolare il quartiere che ospita sia lo stadio Bentegodi sia la struttura Don Calabria. Le famiglie degli altri studenti e gli operatori del centro hanno vissuto momenti di sgomento e incredulità: molti di loro erano molto legati al giovane e lo avevano visto crescere e migliorare all’interno dei percorsi educativi.
Sui social network si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio e di vicinanza alla famiglia. In tanti hanno espresso rabbia e dolore per una morte che appare tanto improvvisa quanto ingiusta.
I rischi per le persone fragili
La tragedia di Verona riporta con forza l’attenzione sul tema della sicurezza per le persone fragili e vulnerabili, in particolare i giovani con autismo. Spesso basta un attimo di distrazione per trasformare una giornata normale in un dramma irreparabile.
Secondo le statistiche, le persone affette da disturbi dello spettro autistico hanno un rischio di morte per annegamento fino a dieci volte superiore rispetto ai coetanei neurotipici. Questo perché molti di loro sono attratti dall’acqua ma non hanno la percezione del pericolo né le competenze necessarie per nuotare e mettersi in salvo.
Il cordoglio delle istituzioni
Dopo la tragedia, numerosi rappresentanti delle istituzioni locali hanno espresso il loro cordoglio alla famiglia e alla comunità educativa del centro Don Calabria. Il sindaco di Verona ha parlato di «una perdita che colpisce tutta la città» e ha sottolineato l’importanza di «rafforzare i sistemi di sicurezza nelle strutture che accolgono ragazzi fragili».
Anche la direzione del Policlinico di Borgo Roma, dove il giovane era seguito per alcune patologie correlate all’autismo, ha diffuso una nota di dolore e vicinanza ai familiari, ricordando l’impegno costante del ragazzo e la dedizione dei medici e degli operatori sanitari che lo avevano in cura.
Le indagini in corso
I carabinieri stanno lavorando per ricostruire ogni dettaglio. Occorrerà stabilire se ci siano state falle nella sorveglianza del centro e se la proprietà privata fosse adeguatamente protetta per impedire l’accesso a estranei. L’attenzione si concentra anche sulle eventuali responsabilità civili e penali legate alla custodia del minore e alla sicurezza della piscina.
Il magistrato, nelle prossime ore, dovrà valutare le prime relazioni degli investigatori per capire se disporre ulteriori accertamenti, tra cui una perizia sul luogo e l’acquisizione di filmati delle telecamere della zona.
Una tragedia che lascia interrogativi
La morte del giovane apre una riflessione profonda su come la società si prenda cura delle persone più fragili. Non basta offrire percorsi educativi e sanitari: occorre garantire contesti sicuri, prevenire i rischi e predisporre sistemi di protezione che possano evitare drammi come quello di Verona.
Educatori, psicologi e associazioni di familiari chiedono da tempo maggiori investimenti e personale dedicato, consapevoli che il benessere e la sicurezza di questi ragazzi dipendono dalla qualità dell’assistenza ricevuta.