📍 Luogo: Reggio Emilia
È morto stamattina Claudio Citro, 42 anni, residente a Reggio Emilia e originario della provincia di Salerno, dopo essere stato fermato dalla polizia con il taser. L’intervento è avvenuto all’alba in via Beethoven, frazione Massenzatico. Nonostante il ricovero all’ospedale Santa Maria Nuova del capoluogo emiliano, le sue condizioni erano gravissime fin da subito.
Come è avvenuto il fermo
Era circa le 5:30 quando gli agenti, allertati per la presenza di un uomo in forte stato di agitazione, sono intervenuti in Massenzatico, frazione di Reggio Emilia. Citro, secondo le ricostruzioni preliminari, era in escandescenze, urlava, si trovava in strada. Per immobilizzarlo è stato usato il taser, lo strumento elettrico di contenimento in dotazione alla polizia.
Il trasporto e il decesso
Dopo essere stato colpito dal taser, Claudio Citro ha manifestato segni di malessere immediato. Il 118 è intervenuto, lo ha stabilizzato come possibile, e lo ha trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova. Nonostante gli sforzi, Citro è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale.
Chi era Claudio Citro
42 anni, con precedenti, originario della provincia di Salerno ma residente da tempo a Reggio Emilia. Coinvolto in passato in vicende giudiziarie legate a usura ed estorsione, era noto alle forze dell’ordine. Non un nome nuovo per le cronache locali. Io lo ricordo come uomo che aveva tentato di ricostruire una vita, ma che non era riuscito a uscire del tutto dallo sguardo giudicante della comunità e della giustizia.
Le indagini in corso
La Procura della Repubblica di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo per stabilire le cause esatte del decesso. Verranno effettuati rilievi, esami tossicologici (per verificare se ci fossero sostanze nel sangue), accertamenti tecnici sull’uso del taser, tempi dell’intervento, distanza degli agenti, stato psicofisico di Citro al momento del fermo.
Il dibattito sull’uso del taser
Il caso riapre la discussione sullo strumento elettrico di contenimento. I sindacati (Siulp, Coisp, Sim Carabinieri) chiedono prudenza: sostengono che se usato correttamente il taser è uno strumento alternativo all’arma da fuoco. Altri, partiti politici e associazioni civili, invocano limiti e maggiori regolamentazioni, o addirittura la sospensione in attesa degli accertamenti.
Sentire la comunità
A Massenzatico, Reggio Emilia, l’aria è tesa. Vicini e residenti dicono di aver visto movimenti, sirene, ambulanze. Nessuno si aspettava che una situazione gestibile potesse finire così. La famiglia di Citro è sotto shock. Il dolore si mescola alla domanda: “Era necessario arrivare a tanto?”
Precedenti e casi analoghi
Negli ultimi mesi c’è stato più di un caso in cui l’uso del taser è stato seguito da esiti fatali. Agenzie di stampa segnalano casi simili, da Olbia a Genova, ambedue con decessi collegati ad interventi con taser sotto indagine. La somma di episodi simili sta facendo crescere la sensibilità sull’argomento, e l’urgenza di normative chiare.
Implicazioni legali e morali
Quando uno strumento di forza diventa causa di morte, occorrono indagini trasparenti. La legge prevede che il taser sia usato solo in condizioni estreme, come misura di contenimento proporzionata. Se emergessero errori di tempistica, scorrettezze o negligenza, potrebbero configurarsi responsabilità penali.
La verità non può aspettare
Claudio Citro non potrà tornare, ma è necessario che la comunità, le istituzioni, la magistratura non rimandino. Serve chiarezza, serve giustizia, serve una riflessione su come noi, come società, trattiamo la tensione, la sofferenza, l’uso della forza. Se non ora, quando?