📍 Luogo: Treviglio
Un viaggio si è trasformato in tragedia alla stazione ferroviaria di Treviglio (Bergamo). Un uomo di 72 anni, in arrivo da Milano e diretto a Cremona, è morto nella mattinata di lunedì a causa di un infarto improvviso.
Il passeggero, salito sul convoglio dopo aver cambiato treno a Treviglio, si sarebbe sentito male pochi istanti dopo essersi seduto. Gli altri viaggiatori lo hanno visto accasciarsi e hanno immediatamente allertato i soccorsi.
I soccorsi e la corsa cancellata a Treviglio
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polfer, i sanitari dell’automedica e i volontari della Croce Rossa di Urgnano. L’uomo è stato sottoposto a prolungate manovre di rianimazione, ma il suo cuore non ha più ripreso a battere.
La corsa ferroviaria è stata interrotta e tutti i passeggeri sono stati fatti scendere per permettere le operazioni di soccorso.
La polemica sul defibrillatore assente
Secondo quanto emerso, la stazione di Treviglio non era dotata di un defibrillatore (DAE), dispositivo che in questi casi può fare la differenza tra la vita e la morte. Solo dopo alcuni minuti è stato possibile reperire un DAE, ma purtroppo era già troppo tardi.
L’episodio ha sollevato nuove polemiche sulla mancanza di dispositivi salvavita nelle stazioni ferroviarie, soprattutto in hub molto frequentati come quello di Treviglio, snodo centrale per i pendolari tra Lombardia ed Emilia.
Comunità sotto choc
La morte improvvisa del 72enne ha scosso i passeggeri presenti e rilanciato il dibattito sulla necessità di garantire un’adeguata dotazione sanitaria nelle principali infrastrutture pubbliche.
Un dramma che lascia sgomenti e che solleva domande su quali misure preventive possano essere adottate per evitare che simili episodi si ripetano.