La rottamazione cartelle potrebbe presto diventare realtà. Il governo è al lavoro su una nuova tranche della definizione agevolata delle cartelle esattoriali, che potrebbe essere inclusa nella legge di bilancio 2025. Lo ha confermato il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che ha parlato di “un doppio binario” con la riforma dell’Irpef, indicando la volontà politica di sostenere il ceto medio e alleggerire il carico fiscale.
Il magazzino fiscale: 1.300 miliardi di crediti
Alla base del ragionamento c’è l’analisi del cosiddetto magazzino fiscale, ossia l’insieme dei crediti non riscossi dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Secondo i dati aggiornati al 31 gennaio 2025, si tratta di una somma imponente: circa 1.275 miliardi di euro, risalenti al periodo 2000-2024. Di questi, 537 miliardi sarebbero ormai inesigibili, mentre altri 167 risultano di incerta riscossione. Solo 567 miliardi hanno ancora potenziale recupero.
Le caratteristiche della nuova rottamazione cartelle 2025
Tra le novità al vaglio del governo spicca una maggiore flessibilità nei pagamenti. I contribuenti potrebbero beneficiare di rate mensili tutte dello stesso importo (anziché trimestrali), con una durata fino a 120 rate in dieci anni. Verrebbero inoltre tollerati fino a otto mancati pagamenti prima di perdere i benefici della misura.
Questa impostazione, se confermata, rappresenterebbe un netto cambiamento rispetto alle precedenti rottamazioni, in cui bastava una sola rata saltata per decadere dal piano. Tuttavia, tale approccio solleva criticità: secondo il MEF, potrebbe creare sperequazioni rispetto ai contribuenti che aderiscono alle vie ordinarie di definizione dei debiti.
Rottamazione cartelle 2025 – Critiche tecniche e osservazioni
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio e la Corte dei Conti hanno già sollevato perplessità. In particolare, si teme che una nuova sanatoria possa ridurre il livello di compliance fiscale, scoraggiare i pagamenti spontanei e complicare il lavoro dell’agente della riscossione. Inoltre, l’assenza di interessi sulle rate e il numero elevato di rate potrebbero rendere poco efficiente la misura, soprattutto per debiti di basso importo.
Il direttore generale delle Finanze, Giovanni Spalletta, ha suggerito di valutare una graduazione del numero di rate in base al valore del debito, per rendere la misura più equa.
Un legame con la previdenza e la pensione
Uno degli aspetti meno noti ma rilevanti della rottamazione quinquies riguarda i debiti previdenziali. La misura può infatti permettere ai lavoratori autonomi, artigiani e commercianti di recuperare contributi INPS non versati, necessari per accedere alla pensione. Tuttavia, questi contributi vengono riconosciuti solo a saldo completato, il che significa che la rateizzazione in 10 anni potrebbe posticipare l’accesso alla pensione.
Per chi invece riesce, tramite la definizione agevolata, a raggiungere subito i requisiti per il pensionamento anticipato, potrebbe risultare più conveniente salvare la posizione contributiva pagando il dovuto in tempi brevi.
Le posizioni politiche e le prospettive
La proposta è spinta in particolare dalla Lega, con il vicepremier Matteo Salvini che parla di una misura destinata a 20 milioni di italiani. Il presidente dell’Anc, Marco Cuchel, ha espresso parere favorevole, a patto di correggere le rigidità che hanno caratterizzato le precedenti rottamazioni.
Parallelamente, Forza Italia continua a promuovere il taglio del cuneo fiscale, che potrebbe accompagnare o parzialmente sostituire la rottamazione nell’impianto complessivo della manovra.
La rottamazione quinquies si profila dunque come un provvedimento di ampio impatto, ma anche di grande delicatezza tecnica. Il governo dovrà valutare con attenzione tempi, coperture e benefici, prima di inserirla nel testo definitivo della prossima legge di bilancio.