Un’ondata di aumenti potrebbe presto colpire milioni di cittadini europei. L’Unione Europea, alle prese con la necessità di coprire i costi crescenti del debito generato dal Recovery Fund, sta valutando l’introduzione di nuove tasse nel periodo 2028-2034. L’obiettivo è raccogliere almeno 30 miliardi di euro all’anno per mantenere in equilibrio i conti pubblici dell’Unione. Tra le ipotesi al vaglio: aumenti su tabacco, carburanti, energia domestica e nuove imposte su visti, pacchi extra-UE e prodotti digitali.
Tassa sulla benzina: un rincaro atteso entro il 2027
Tra le proposte più discusse c’è l’estensione del sistema Ets (Emission Trading System) anche ai consumatori privati. Dal 2027, infatti, il sistema Ets2 coinvolgerà anche carburanti per auto e combustibili per il riscaldamento domestico. Questo significherà, di fatto, un aumento diretto del costo di benzina e diesel.
Secondo le prime stime, il rincaro potrebbe oscillare tra i 10 e i 12 centesimi al litro. Tuttavia, in caso di impennata del prezzo della CO2 (fino a 200 € per tonnellata, come stimato da alcuni scenari), l’incremento potrebbe toccare anche i 50 centesimi al litro. Un impatto significativo per automobilisti e famiglie, già provati dall’inflazione e dall’aumento generale del costo della vita.
Aumenti record sul tabacco: accise fino al +1.090%
Un altro fronte caldo riguarda i prodotti del tabacco. La Commissione Europea sta valutando una revisione delle accise che potrebbe portare aumenti vertiginosi: fino al 139% in più sulle sigarette tradizionali, con un rincaro medio di 1 euro a pacchetto. Sul tabacco da rollare si prevede un incremento del 258%, mentre per i sigari si ipotizza addirittura un +1.090%.
Nel mirino anche i dispositivi alternativi come le sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato, finora tassati in modo più leggero. L’obiettivo è allineare la pressione fiscale su tutti i prodotti da fumo, eliminando vantaggi competitivi e rafforzando la lotta al tabagismo in chiave di salute pubblica.
Energia: famiglie italiane ancora penalizzate
Sul fronte dell’energia, i dati Arera parlano chiaro: nel 2024, le famiglie italiane hanno pagato gas ed elettricità a prezzi più alti rispetto alla media UE. Il gas è costato il 15,1% in più, mentre l’elettricità, pur in calo generale, ha visto pesare gli oneri fiscali sulle bollette.
Per quanto riguarda l’energia elettrica, la riduzione dei prezzi non ha avuto pieno effetto per i consumatori italiani, a causa dell’incidenza di tasse e balzelli. Per il gas, oltre alla componente fiscale, sono aumentati anche i costi di rete. La situazione ha giustificato l’erogazione di bonus sociali a 4,5 milioni di famiglie, sebbene in calo rispetto all’anno precedente.
L’Italia e la produzione energetica tra luci e ombre
Sul versante produttivo, l’Italia ha registrato nel 2023 una riduzione del 4,1% nella produzione di gas, a fronte di un lieve aumento dei consumi. In compenso, la produzione di energia elettrica è salita del 3,2%, grazie soprattutto all’exploit delle fonti rinnovabili, in particolare dell’idroelettrico (+30,2%).
Le energie pulite hanno coperto l’83,7% della domanda elettrica nazionale, un traguardo che conferma l’efficacia degli investimenti nelle rinnovabili. Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, ha sottolineato l’importanza di un quadro normativo favorevole per incentivare l’innovazione, apprezzando anche l’apertura del governo al ritorno del nucleare.
Dal 1° luglio trasparenza obbligatoria nelle bollette
Un’altra novità riguarderà le bollette. Dal 1° luglio, le compagnie fornitrici di energia saranno obbligate a indicare in modo chiaro e trasparente tutte le condizioni delle offerte, per favorire la comprensione da parte dei cittadini e garantire un confronto reale tra le proposte disponibili. Un passo in avanti nella direzione della tutela dei consumatori e della semplificazione della transizione energetica.