esplosione calenzano

Due dei tre dispersi nell’esplosione al sito Eni di Calenzano sono stati ritrovati nell’area della pensilina della zona di carico. Con questo ritrovamento, le vittime accertate salgono a quattro. Le ricerche continuano per individuare la terza persona ancora dispersa. La deflagrazione, che è stata così potente da essere percepita fino a Pistoia, ha reso difficili le operazioni a causa della pioggia che sta cadendo sulla zona.

Feriti e difficoltà nell’intervento

I feriti dell’esplosione sono in totale 26, di cui nove sono stati trasportati in ospedale. Al momento, solo uno dei deceduti è stato identificato: Vincenzo Martinelli, un autotrasportatore 51enne originario di Napoli e residente a Prato. La procura di Prato ha aperto un fascicolo, senza però ancora definire l’ipotesi di reato.

Proteste e solidarietà tra i lavoratori

A seguito dell’incidente, oggi è stato proclamato uno sciopero di due ore con assemblea e presidio davanti alla raffineria Eni di Livorno. I sindacati Fim, Fiom e Uilm, insieme al Coordinamento Rsu delle ditte dell’indotto Eni, hanno mobilitato circa 500 lavoratori.

I sindacati esprimono il loro sgomento e rabbia: «Questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita attenzione solo quando accadono tragedie come questa. È inaccettabile morire mentre si lavora».

Un messaggio chiaro alle istituzioni

La situazione sottolinea la necessità di un’azione immediata e continua per garantire maggiore sicurezza nei siti industriali. I lavoratori chiedono interventi strutturali che mettano fine a un sistema di precarietà e di rischi che sembra persistere senza soluzioni efficaci.

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