Valtellina. Un percorso che ha ucciso diverse volte, non lasciando scampo alcuno agli scalatori che hanno tentato di raggiungerne la vetta.
L’incidente è avvenuto a 2.800 metri di altezza. La ragazza, di Bergamo, era insieme a un suo compagno e stava raggiungendo la vetta del Gran Zebrù camminando sulla cresta della montagna quando è scivolata precipitando per 600 metri
Una ragazza bergamasca di 26 anni stamattina ha perso la vita sul Gran Zebrù, la vetta che segna il confine tra il Trentino Alto Adige e la lombarda Valtellina.
Morte in Valtellina
L'incidente, su cui stanno indagando carabinieri e guardia di finanza, è successo a 2.800 metri d'altezza e non ha lasciato scampo alla vittima.
L’alpinista, insieme a un compagno di cordata, aveva appena superato il passaggio più difficile di tutto il percorso di scalata.
In prossimità del canale Pale rosse i due alpinisti avrebbero deciso di sganciarsi dalla corda per proseguire lungo la cresta fino alla vetta.
Un attimo dopo la ragazza è scivolata, precipitando per 600 metri, morendo sul colpo. Immediato l'allarme al soccorso alpino di Solda, guidato da Olaf Reinsthaler.
Per la ragazza non c'è stato nulla da fare. Il suo compagno, sotto shock, è stato accompagnato a valle e seguito dai medici che ne hanno constatato l'incolumità.
È il secondo incidente mortale sul Gran Zebrù a distanza di poche settimane che colpisce il mondo alpinistico bergamasco.
Lo scorso 19 maggio erano morti sotto una valanga Fernando Bergamelli, 55 anni Pradalunga, e l'ex ciclista professionista Oscar Cavagnis, 47 anni di Vertova.
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