Filippo Turetta, la nuova strategia della difesa: "Omicidio preteritenzionale, voleva solo bloccarla"
Filippo Turetta ha scioccato gli investigatori confessando di aver ucciso Giulia Cecchettin durante un lungo interrogatorio di 9 ore. Il movente rivelato è ossessivo, con Turetta incapace di accettare la fine della loro relazione. Dichiarando che "la mia Giulia era solo mia", ha svelato una visione distorta della proprietà.
La giovane di 22 anni ha tentato di fuggire, ma è stata brutalmente colpita da una coltellata sotto l'orecchio sinistro, con pochi attimi per difendersi. L'autopsia ha rivelato oltre venti lesioni, indicando un tentativo di difesa con ferite superficiali prima del colpo mortale all'arteria basilare.
Gli ultimi dieci minuti di vita di Giulia Cecchettin
L'orario dell'aggressione è stato circoscritto tra le 23.40 e le 23.50, ma il racconto di Turetta suggerisce la possibilità di ulteriori colpi dopo la fuga di Giulia. Il consulente della procura di Venezia, Guido Viel, ha condotto un'indagine approfondita durante un'autopsia di 14 ore.
La strategia choc della difesa di Filippo Turetta
Durante l'interrogatorio con il pm Andrea Petroni, Turetta ha ammesso di aver compiuto "una cosa terribile", ma la sua narrazione è apparsa confusa. La difesa ha tentato di presentare l'atto come improvviso e non premeditato, sostenendo che l'intenzione di Turetta fosse trattenere Giulia in auto, non ucciderla. Una nuova strategia difensiva sembra puntare all'omicidio preterintenzionale. Questo reato, con una pena da 10 a 18 anni, offre una prospettiva legalmente meno gravosa rispetto all'accusa di omicidio volontario.
L'indifferenza dei carabinieri nell'area industriale di Fossò, dove Turetta è rimasto per 19 minuti senza intervento, è sotto inchiesta disciplinare. La mancata risposta delle forze dell'ordine solleva interrogativi sulla corretta applicazione delle procedure e sull'assenza di segnalazioni radio dell'auto coinvolta. L'indagine rivela anche che, appena un minuto prima della chiamata del testimone, i carabinieri erano impegnati altrove, sollevando domande sulla disponibilità delle risorse.