arcangelo correra
Arcangelo Correra

L'omicidio del diciottenne Arcangelo Correra, avvenuto nella zona di via dei Tribunali nella notte tra venerdì e sabato, è avvolto da nuovi dettagli che gettano un’ombra di incertezza sulla dinamica dell'accaduto. 

Mentre il Ministero dell’Interno prepara un piano straordinario per contrastare la violenza minorile a Napoli, gli inquirenti cercano di fare luce su alcuni aspetti insoliti legati alla scena del crimine. Tra questi, spicca il ritrovamento di un secondo bossolo di calibro diverso rispetto a quello della pistola che ha causato la morte del giovane, elemento che potrebbe indicare la presenza di una seconda arma.

Il caso e la confessione dell’amico Renato Caiafa

Arcangelo Correra è stato ucciso da un colpo di pistola calibro 9X21, e per la sua morte risulta al momento indagato per omicidio colposo l’amico Renato Caiafa, di 19 anni. Caiafa ha confessato di aver causato accidentalmente la morte del diciottenne, sostenendo di aver trovato la pistola su uno pneumatico di un'auto parcheggiata e che il colpo sarebbe partito per errore mentre maneggiava l’arma. Tuttavia, questa ricostruzione non appare convincente agli investigatori, e ora alcuni dettagli emersi dalla scena del crimine stanno complicando ulteriormente l’indagine.

Il mistero del secondo bossolo: un’indagine che si complica

Durante i rilievi sul luogo dell’omicidio, la polizia scientifica ha rinvenuto un bossolo che sembrerebbe appartenere a un’arma di calibro diverso da quella che ha causato la morte di Correra. Questo particolare ha aperto una nuova pista d'indagine e ha sollevato un importante interrogativo: è possibile che una seconda persona fosse presente e abbia sparato con un'altra arma? La polizia sta vagliando tutte le ipotesi per comprendere se vi sia stato un secondo sparatore o se il secondo proiettile possa essere stato lasciato in circostanze precedenti all'incidente.

Il ritrovamento del secondo bossolo rappresenta un’anomalia che richiederà ulteriori verifiche, poiché non combacia con la dinamica che Caiafa ha finora descritto. Gli investigatori stanno ora valutando se siano coinvolte altre persone e se la scena del crimine possa essere stata manipolata o alterata prima dell’arrivo delle forze dell'ordine.

Il dubbio sull’origine dell’arma e la strategia investigativa

Oltre alla questione del secondo bossolo, gli inquirenti stanno cercando di confermare l'origine della pistola che Caiafa sostiene di aver trovato casualmente. Il giovane ha dichiarato di averla raccolta da uno pneumatico di un’auto parcheggiata nelle vicinanze, ma questa versione appare poco convincente agli occhi degli investigatori. Le autorità ritengono infatti improbabile che un’arma possa essere stata abbandonata in un luogo pubblico, e la provenienza della pistola potrebbe essere un tassello fondamentale per ricostruire la dinamica della vicenda.

Se emergesse che la pistola è stata procurata appositamente o che è stata maneggiata da più persone, l’ipotesi dell’incidente potrebbe cedere il passo a scenari più complessi. Gli investigatori stanno quindi procedendo con verifiche balistiche e analisi dei residui di polvere da sparo, che potrebbero rivelare eventuali altre presenze o contributi all’incidente.

Il piano del Viminale e la risposta delle istituzioni

In parallelo all'inchiesta su questo omicidio, il Ministero dell’Interno sta lavorando a un piano di sicurezza per Napoli, dove negli ultimi mesi si è assistito a un’escalation di violenza giovanile senza precedenti. Il caso di Arcangelo Correra si inserisce infatti in una scia di morti violente tra adolescenti e giovani adulti: prima di lui, Emanuele Tufano, 15 anni, e Santo Romano, 19, hanno perso la vita in circostanze simili, vittime di coetanei.

Il sindaco Gaetano Manfredi e il ministro Matteo Piantedosi hanno concordato un aumento di forze dell’ordine sul territorio e l’implementazione di un piano per intensificare i controlli notturni e le operazioni contro il traffico di armi. La situazione richiede un intervento straordinario per affrontare la crisi della criminalità minorile e per scoraggiare il dilagare di comportamenti violenti tra i giovani.

Le prossime tappe delle indagini

L’inchiesta sulla morte di Arcangelo Correra proseguirà nei prossimi giorni con l’obiettivo di chiarire i dubbi emersi finora. Gli inquirenti lavorano non solo per ricostruire i dettagli della tragica notte in via dei Tribunali, ma anche per capire se esistano collegamenti con altre dinamiche criminali della zona. Il secondo bossolo potrebbe infatti essere la chiave per svelare una trama più complessa, o addirittura la presenza di altre persone coinvolte in un episodio di cui solo una parte è venuta a galla.

La città di Napoli attende risposte, mentre la comunità si interroga su come porre fine a questa spirale di violenza che sta travolgendo le vite di tanti giovani. Il caso di Arcangelo Correra rappresenta una dolorosa perdita e, al contempo, un monito per tutta la città, richiedendo soluzioni concrete per proteggere le future generazioni e restituire alla città la speranza in un domani più sicuro.

Emergenza sicurezza a Napoli: Task Force notturna e nuovo piano operativo
Giulia Cecchettin, un anno dopo: il messaggio d'amore della sorella