A Napoli il Pulcinella di Pesce fa discutere: l'ironia dei napoletani per l'opera "Tu si ‘na cosa grande"
L’opera di Gaetano Pesce suscita reazioni contrastanti nella città partenopea
Napoli e i napoletani hanno dato il benvenuto all'opera d'arte "Tu si ‘na cosa grande", creata da Gaetano Pesce, che andrà a sostituire la "Venere degli Stracci" di Michelangelo Pistoletto n Piazza Municipio. L’inaugurazione della scultura, un Pulcinella stilizzato che richiama l'abito tradizionale della maschera napoletana, si è tenuta mercoledì 9 ottobre. Tuttavia, l'opera ha scatenato l'ilarità tra i cittadini, soprattutto sui social media.
L'ironia dei social
La forma della scultura, chiaramente fallica, ha attirato l'attenzione e il sarcasmo dei napoletani, portando a una miriade di post su Facebook e storie su Instagram. Un particolare post del conduttore radiofonico Gianni Simioli, che mostrava l'opera completata, ha ricevuto oltre 400 commenti, la maggior parte dei quali giocano sull’aspetto dell’opera.
Commenti dal mondo politico
Anche l'ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha colto l’occasione per fare una battuta, scrivendo sui social: «Napoli cresce: da Pistoletto a Pesce». La scultura è stata paragonata al totem del film "Arrapaho" degli Squallor e a un'altra icona del trash, il "vigile luminoso" che segnalava il negozio "Concetta Mobili" nel Casertano.
L'eredità dell'artista
Sfortunatamente, Gaetano Pesce, scultore e designer ligure, non potrà rispondere a questa ironia poiché è venuto a mancare nell'aprile di quest'anno. L’opera "Tu si ‘na cosa grande" è stata concepita come un tributo a Napoli, città alla quale Pesce era profondamente legato. Essa incarna perfettamente i temi e lo stile dell'artista, ponendo attenzione al corpo e al mondo femminile, con un occhio alla bellezza dell'imperfetto e all'uso di materiali contemporanei.
In definitiva, mentre Napoli accoglie la nuova scultura con un mix di ironia e affetto, rimane evidente il forte legame che l'opera ha con la cultura e l'identità partenopea, testimoniando come l'arte possa generare dibattito e riflessione, anche attraverso il sorriso.