Giulia e Chiara tramontano
Giulia e Chiara tramontano

Chiara Tramontano, sorella di Giulia, ha espresso tutto il suo dolore e la sua determinazione in un lungo e straziante messaggio sui social. Giulia, incinta di sette mesi, è stata brutalmente uccisa a coltellate il 27 maggio 2023 a Senago, nel Milanese, dal compagno Alessandro Impagnatiello. La vicenda ha sconvolto l’intero Paese, diventando un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.

Nel suo messaggio, Chiara parla di una sofferenza che non si può misurare: «Trovare le parole giuste è sempre una fatica immensa», scrive. La sorella, che si definisce testimone di un femminicidio, sottolinea quanto sia difficile non lasciarsi sopraffare dalle emozioni e, al tempo stesso, rimanere umana in una vicenda in cui l’umanità sembra essere stata dimenticata, sia dentro che fuori le aule di tribunale.

Una battaglia contro la paura e per la giustizia

Chiara affronta due battaglie: una personale, alimentata dalla paura di essere la prossima vittima di una violenza brutale, e una collettiva, per garantire che omicidi così efferati non rimangano impuniti. «La mia paura più grande – confessa – è che l’assassino possa trovarsi faccia a faccia con noi dopo pochi anni di carcere».

Il messaggio si fa ancora più struggente quando Chiara ricorda come nessuna sentenza potrà restituirle Giulia o permetterle di conoscere il piccolo Thiago, il nipote mai nato. La sua lotta è anche per tutte le donne che non hanno più voce: «Il 25 novembre grideremo giustizia per Giulia e Thiago, ma lo faremo per tutte le donne vittime di violenza».

Il processo a Alessandro Impagnatiello

La data simbolica del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, vedrà la conclusione in primo grado del processo a carico di Alessandro Impagnatiello. La Procura di Milano ha chiesto per lui la condanna all’ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno.

Le perizie sul comportamento di Impagnatiello lo hanno definito caratterizzato da una “triade oscura”, composta da tratti psicopatici, narcisistici e manipolativi, con un’assenza totale di rimorso. L’accusa ha descritto un profilo di «narcisismo mortale», in linea con l’efferratezza del crimine.

La difesa, rappresentata dalle avvocate Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, ha chiesto invece l’esclusione dell’aggravante della premeditazione e il riconoscimento delle attenuanti generiche, tentando di bilanciare l’unica aggravante rimasta, quella dell’omicidio ai danni della convivente.

Giustizia per un futuro senza paura

Chiara Tramontano conclude il suo appello con un messaggio di speranza per le nuove generazioni: «Dove c’è giustizia, c’è futuro. Dove c’è giustizia, c’è speranza. Giulia sarà con noi in quell’aula, e con lei tutte le anime gentili strappate a questo mondo».

Il caso di Giulia Tramontano non è solo un tragico episodio, ma un simbolo della necessità di un cambiamento culturale e sociale. La lotta per la giustizia diventa, attraverso la voce di Chiara, un appello collettivo a non restare in silenzio di fronte alla violenza di genere.

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