"D'accordo con Bonaccini su misure nazionali per dare segno di unita' dei livelli istituzionali. Sconcertante che su scuola si fanno dichiarazioni ideologiche scollegate da dati scientifici". Lo ha detto, stando a quanto si apprende, il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della riunione di questa mattina con i ministri per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, e della Salute, Roberto Speranza, insieme alle Regioni, Upi ed Anci in vista del nuovo Dpcm del premier Conte, previsto per domani, con misure piu' stringenti anti coronavirus.
"La logica dei singoli territori non ha senso perche' epidemia e' diffusa e le differenze dei territori hanno un ritardo di tre giorni. Serve muoversi in maniera unitaria. Differenziazioni territoriali - spiega - porterebbero a reazione diverse in Campania che non sarebbero capite, sono improponibili perche' i livelli di controllo non esistono.
Il 60 per cento dei positivi in Campania erano in area metropolitana di Napoli (asl 1 2 3), abbiamo vietato la mobilita' tra comuni ma non ci sono i controlli; abbiamo alcune zone rosse ma abbiamo deciso con i prefetti di presidiare le zone centrali".
Ansia chiusura in Campania, De Luca lascia fare al governo. Si attende solo il nuovo Dpcm, le novità
Cresce l’attesa ora per ora per il prossimo Dpcm. E si guarda con grande attenzione alla Campania, in particolare sulla situazione epidemiologica attuale. I contagi in Campania registrano giorno per giorno record sempre più tragici: ieri raggiunti per la prima volta i 3.669 nuovi positivi su 20.860 tamponi.
Nel frattempo il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha emanato l’ennesima ordinanza, la numero 87: obbligo di mascherine, blocco degli spostamenti tra province fino al 14 novembre, chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, coprifuoco alle ore 23. E a loro si aggiungono i decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri con altre limitazioni.
A questo va ricordata anche la zona rossa. In Campania sono tre le città in cui è stata istituita: si tratta di Arzano, nella provincia di Napoli, e di Marcianise ed Orta di Atella, nella provincia di Caserta.
Cosa potrebbe accadere tra oggi e lunedì? Il governatore De Luca si è reso conto a questo punto che gridare nelle consuete dirette del venerdì serve a poco, così come riportato da un’attenta analisi di Ciro Pellegrino di Napoli Fanpage. Duri provvedimenti locali serviranno a poco se non vanno a braccetto con restrizioni a livello nazionale. Adesso quindi si dovrà solo attendere.
Ieri pomeriggio nella riunione dei ministri Boccia e Speranza con Regioni, Comuni e Province sulle misure del prossimo Dpcm-anti Covid le Regioni hanno chiesto misure uniformi per tutta Italia. Le ipotesi sono il blocco degli spostamenti fra regioni e pure alcuni lockdown territoriali nei posti in cui Rt e focolai (ma anche più semplicemente il numero di morti) stanno aumentando vertiginosamente.
E oggi si lavorerà a misure territoriali e nazionali. E la Campania? I sindaci chiedono «chiusure pianificate in maniera chiara sulla base del rischio». Luigi De Magistris invece è dell’opinione completamente opposta: chiede addirittura di non chiudere proprio.
«Arrivare adesso a un lockdown sarebbe una sconfitta» dice. Ma i contagi corrono e proprio nella provincia di Napoli ce ne sono più che nel resto della Campania, seguita da quella di Caserta. Sul fronte dei posti letto sono stati riallestite le tende dell’Esercito al Cardarelli: ospiteranno pazienti Covid che necessitano di osservazione ma non hanno gravi sintomi. I posti Covid stanno aumentando, ma la sanità campana che si è paralizzata su tutto il resto. E questo nei mesi a venire peserà tantissimo. Fonte: Fanpage
Leggi anche
All'ospedale Cardarelli di Napoli in arrivo la tenda dell'Esercito: venti posti letti per pazienti non gravi
Metti like alla pagina
41esimoparallelo e iscriviti al gruppo
41esimoparallelo