Bombe a scuola Lecce
Bombe a scuola Lecce

La mattina di Halloween ha portato una scoperta inquietante in un liceo di Lecce: un 15enne era entrato a scuola con 14 bombe carta artigianali, contenenti oltre mezzo chilo di polvere pirica, che avrebbe cercato di vendere ai compagni di classe. La pericolosità dei candelotti esplosivi e il rischio di un’esplosione accidentale sono stati sufficienti per creare panico tra studenti e personale scolastico. Dopo l’episodio, i carabinieri hanno immediatamente avviato un’indagine che ha portato al fermo del giovane e al suo collocamento in una comunità penale, come stabilito dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale per i minorenni di Lecce.

Il ritrovamento delle bombe: la prontezza del preside

Le esplosioni artigianali, prive di protezione e dotate di inneschi rudimentali, rappresentavano un pericolo reale. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il preside dell’istituto aveva avuto il sospetto della presenza di un pacco sospetto all’interno della scuola, spinto dalle preoccupazioni segnalate da alunni e insegnanti. Dopo il ritrovamento di uno zaino contenente la busta con gli ordigni, il preside ha immediatamente contattato i carabinieri della stazione di “Santa Rosa”, che sono intervenuti con il supporto degli artificieri.

La pericolosità delle bombe e il rischio per gli studenti

I 14 manufatti esplodenti, considerati non classificabili e dunque clandestini, erano suddivisi in due gruppi: sette bombe da 30 grammi e altre sette da 50 grammi, tutte realizzate artigianalmente con involucri bianchi. Secondo quanto dichiarato dagli artificieri, le bombe carta avrebbero potuto esplodere accidentalmente anche senza una fonte di accensione diretta: bastava una scintilla, una semplice cenere di sigaretta o il contatto con un oggetto metallico per innescare l’esplosione. Se l’esplosione fosse avvenuta in uno spazio chiuso come un’aula, il rischio di ferire gravemente gli studenti sarebbe stato altissimo.

Indagini in corso e sospetti di vendita di materiale esplosivo

L’indagine, coordinata dal Tribunale per i minorenni di Lecce, ha rivelato dettagli preoccupanti sulle intenzioni del giovane. Sembra, infatti, che il 15enne avesse portato i petardi a scuola con l’intento di venderli ai compagni in cambio di denaro. Non è escluso che il ragazzo potesse avere ulteriori contatti per la distribuzione di altri esplosivi, viste le prime testimonianze raccolte dalle autorità. Gli inquirenti, dunque, stanno proseguendo le indagini per verificare se esistano connessioni con altre persone, inclusi eventuali fornitori dei materiali per la fabbricazione delle bombe carta.

Provvedimenti e riflessioni sul controllo degli accessi nelle scuole

Di fronte alla gravità dell’accaduto, il Tribunale ha disposto il collocamento del 15enne in una comunità penale, una decisione volta a impedire nuovi episodi di questo tipo e a garantire la sicurezza degli studenti. L’accaduto ha spinto le autorità scolastiche e i genitori a riflettere sull’importanza di intensificare i controlli all’interno delle scuole e prevenire l’introduzione di materiali pericolosi negli ambienti educativi.

Questo episodio ha sollevato preoccupazioni riguardo alla facilità con cui, se non adeguatamente controllati, gli studenti potrebbero introdurre oggetti pericolosi in classe, trasformando un contesto scolastico in un potenziale teatro di incidenti gravi. Il caso di Lecce diventa, quindi, un monito per vigilare attentamente sulla sicurezza e sull’educazione alla responsabilità tra i giovani, nel tentativo di prevenire che situazioni simili possano ripetersi in futuro.

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