Cristina Pugliese, chi era la mamma 34enne trovata morta in doccia
Il compagno, che ha dato l’allarme, è ora indagato per omicidio volontario. L’autopsia sarà decisiva per fare chiarezza
Domenica scorsa, il corpo senza vita di Cristina Pugliese è stato trovato nella doccia del bagno della sua abitazione a Caldiero, in provincia di Verona. A dare l’allarme è stato il compagno 40enne della donna, che ha chiamato i carabinieri affermando: «Venite, la mia compagna si è impiccata nella doccia». L’uomo ha riferito che Cristina avrebbe usato il tubo flessibile della doccia per compiere il gesto estremo.
Tuttavia, le autorità hanno ritenuto necessario approfondire il caso. La Procura della Repubblica di Verona ha avviato un’indagine per chiarire se si tratti effettivamente di un suicidio o di un omicidio mascherato.
Chi era Cristina Pugliese
Cristina Pugliese era originaria di Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria. La giovane donna si era trasferita con la famiglia nel veronese, dove vivono anche i suoi genitori e suo fratello, titolare di un’autofficina a Soave. Madre amorevole, Cristina lascia una bambina di soli 5 anni, la cui vita è stata irrimediabilmente stravolta da questa tragedia.
Le incongruenze che hanno acceso i sospetti
Dopo un iniziale riserbo di circa 36 ore, i carabinieri hanno iniziato a indagare su possibili incongruenze nella ricostruzione fornita dal compagno. Tra le anomalie riscontrate vi sono dettagli che non combaciano con la versione del suicidio. Per questo motivo, la Procura ha disposto il sequestro dell’abitazione e della salma di Cristina, trasferita all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Borgo Roma per l’esame autoptico.
Sul luogo della tragedia hanno operato i carabinieri di Tregnago e del Nucleo Radiomobile di San Bonifacio, coadiuvati dal Reparto Investigazioni Scientifiche e dal medico legale, sotto la supervisione del magistrato incaricato.
L’iscrizione del compagno nel registro degli indagati
In considerazione delle incongruenze emerse e della necessità di approfondimenti tecnico-scientifici, la Procura ha deciso di iscrivere il compagno di Cristina nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. Il Procuratore capo Raffaele Tito ha precisato che questa iscrizione serve a garantire all’uomo tutte le tutele legali durante il prosieguo delle indagini.
Al momento, l’indagato è in stato di libertà. Gli investigatori continuano a lavorare sul caso, raccogliendo testimonianze e analizzando le prove raccolte nell’abitazione.
L’attesa dell’autopsia: un passaggio cruciale
L’autopsia sarà un elemento chiave per determinare la causa esatta del decesso di Cristina Pugliese. I risultati dell’esame potrebbero confermare o smentire la versione del suicidio e fornire risposte cruciali per il proseguimento delle indagini. Nel frattempo, i familiari e amici della giovane mamma attendono con dolore e speranza che venga fatta chiarezza su questa tragica vicenda.
La morte di Cristina Pugliese rappresenta un caso complesso e doloroso, che ha lasciato una bambina senza madre e ha sconvolto l’intera comunità. Le indagini in corso e i risultati dell’autopsia saranno determinanti per fare luce su quanto accaduto e accertare eventuali responsabilità. La giustizia dovrà ora rispondere agli interrogativi che avvolgono questa tragica perdita.