Napoli-Eintracht, scontri tra tifosi in piazza del Gesù: incendiata auto della polizia. L'allarme: "Non uscite di casa". VIDEO

Nel centro di Napoli la tensione è aumentata a seguito del raduno dei tifosi dell'Eintracht Francoforte avvenuto a partire da questa mattina. Durante gli scontri, una vettura della polizia è stata incendiata in via Calata Trinità Maggiore, mentre un'altra macchina della polizia è stata danneggiata con i vetri infranti. Anche una terza auto ha subito danni.

Napoli, gli ultra dell'Eintracht mettono a ferro e fuoco la città

Inizialmente erano stati forniti alcuni autobus dell'ANM, l'azienda di trasporto del Comune di Napoli, ai tifosi tedeschi per rientrare in albergo, ma gli ultras hanno rifiutato di salire. La tensione è aumentata fino a sfociare in un lancio di oggetti contro le forze dell'ordine e scene di guerriglia urbana che hanno messo la città a ferro e fuoco.

«Borrelli... vi prego dite a tutti di non uscire di casa prima e dopo partita, stanno arrivando notizie molto brutte di cose che accadranno che non sto qua a raccontare, vi assicuro che sarà un macello».

È quanto riferisce un cittadino al deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, che pubblica l'allarme sul suo profilo Facebook.

«Zone Fuorigrotta, Centro Storico, Porto, Municipio, via Toledo, Plebiscito, Chiaia. Non vi avvicinate», si legge ancora.

«Non sono bastati i provvedimenti della Prefettura, così come non sono bastati gli episodi di aggressione subiti dai tifosi partenopei in occasione dalla partita di andata di Champions League a Francoforte».

Lo ha scritto Gaetano Simeone, consigliere comunale e presidente della prima commissione di Napoli, sui suoi social. «Quanto sta accadendo è inaccettabile. Si è consentito l'arrivo, senza adeguato controllo, a questi tifosi, nonostante gli allarmi lanciati nei giorni scorsi e gli appelli a sedare gli animi. Non è possibile che Napoli diventi, in occasione di una manifestazione sportiva, ostaggio dei violenti e terra di nessuno. Siamo ostaggi a casa nostra. Che vergogna!», conclude Simeone. 

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