Nuovi elementi si aggiungono al caso del rider di Napoli picchiato brutalmente e derubato del proprio scooter, mentre effettuava una consegna per l'azienda per la quale lavora.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di due ventenni, gravemente indiziati della rapina di uno scooter commessa la notte tra l’1 ed il 2 gennaio in Calata Capodichino a Napoli.
Il provvedimento, eseguito dalla Squadra Mobile e dal Commissariato Secondigliano, verrà sottoposto per la convalida al competente Giudice delle Indagini Preliminari.
Gli stessi – si legge nel decreto di fermo del pm – dinanzi al video diventato virale riconoscevano se stessi e, comprendendo che il cerchio intorno a loro si stava stringendo, cominciavano a presentarsi in Questura per affermare le loro responsabilità».
Tra i ladri ci sono legami con i boss del territorio
Ci sono anche due minorenni legati ai pregiudicati del clan Di Lauro, uno figlio di un elemento di spicco della cosca e l’altro di un affiliato detenuto. Avrebbero, 15 e 16 anni.
Ieri mattina sono stati rintracciati nel rione cosiddetto Terzo Mondo. Uno di loro era in sella allo scooter bianco che nel video diventato virale nei social investe la vittima alle gambe, mentre l’altro e’ tra coloro che infieriscono a pugni e calci contro il 50enne.
Uno dei due avrebbe già confessato, assistito dal suo legale. Altri due minorenni e due appena maggiorenni sono stati poi individuati e fermati.
Il pm dei minori, Nicola Ciccarelli, sta ascoltando gli under 18. Lo scooter è stato recuperato nei pressi dell’abitazione di uno dei cinque sospettati del furto, al momento ancora in questura.
Pentimento e lacrime
Alla fine di una giornata convulsa sono stati tutti identificati i sei responsabili dell’aggressione.
Uno degli aggressori, minorenne ed incensurato si è pentito subito di quanto successo. E’, infatti, crollato subito e tra le lacrime ha confessato.
”Nella serata del primo gennaio stavo giocando a carte con 3 amici alle Case Celesti quando sono arrivati 4 nostri coetanei su 2 moto. Io conoscevo solo 2 di essi e ci hanno chiesto se volevamo fare un giro con loro. Io e un mio amico abbiamo accettato, gli altri sono tornati a casa. Ci siamo mossi per un’oretta , poi abbiamo mangiato un panino al quadrivio di Arzano. Alle 2 sulla strada del ritorno abbia- mo incrociato il rider e uno di noi ha proposto di dargli addosso”.
Anche gli altri piangono, confessano e si accusano a vicenda. Il pm nel decreto di fermo scrive:
“Gli stessi dinanzi al video diventato virale riconoscevano se stessi e, comprendendo che il cerchio intorno a loro si stava stringendo, cominciavano a presentarsi in Questura per affermare le loro responsabilità”.
Sono ancora in corso le indagini per individuare i complici che hanno avuto un ruolo nell'aggressione al rider napoletano.
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