Filippo Turetta: «Non so cosa mi è scattato, non ricordo». Seminfermità per ridurre la pena?

Dietro le lacrime, Turetta ammette il delitto senza nominare la vittima. Possibile strategia difensiva per evitare l'aggravante della premeditazione
Filippo Turetta ha scosso la comunità confessando l'omicidio di Giulia Cecchettin durante l'interrogatorio con il giudice. Sebbene le lacrime abbiano accompagnato la sua confessione, Turetta ha evitato di nominare la sua vittima, delineando una strategia difensiva che potrebbe puntare al riconoscimento della seminfermità, cercando di evitare così l'aggravante della premeditazione.
Il giovane di 22 anni, visibilmente commosso, ha dichiarato di essere pentito e desideroso di pagare per il terribile atto commesso, ma ha evitato di fornire dettagli, sostenendo di dover prima "ricostruire nella memoria" le emozioni che lo hanno spinto all'omicidio. Questa dichiarazione sembra suggerire una sorta di "black out mentale" che potrebbe essere una chiave per la sua strategia difensiva.
La famiglia della vittima, Giulia Cecchettin
Ha promesso una strenua battaglia legale in risposta a questa possibile strategia difensiva. Il legale della famiglia, Stefano Tigani, ha dichiarato che se Turetta vuole presentarsi come pazzo, dovrà prima confrontarsi con gli esperti della famiglia.
Durante l'interrogatorio, Turetta ha rivelato di essere affranto per la tragedia causata, affermando che aveva intenzione di consegnarsi e farsi arrestare sin dall'inizio. Tuttavia, ha evitato di fornire ulteriori dettagli, lasciando molte domande irrisolte.
La seminfermità di Filippo Turetta
Il possibile riconoscimento della seminfermità potrebbe essere approfondito attraverso una perizia psichiatrica, ma al momento non è stata presentata alcuna richiesta in tal senso. La difesa probabilmente si avvarrà prima di una propria consulenza psichiatrica prima di avanzare ulteriori richieste nelle fasi successive delle indagini o del processo.
La scoperta del telefonino di Giulia Cecchettin nella vettura di Turetta, ancora nelle mani della polizia tedesca, aggiunge un nuovo elemento all'indagine. L'avvocato della famiglia della vittima ha anche avanzato l'ipotesi di accusare Turetta di stalking, sottolineando il suo comportamento ossessivo. La presunta vittima di stalking, Elena, sorella di Giulia, chiede che Turetta venga ritenuto responsabile anche per questo aspetto, affermando che l'omicidio ha servito a gratificare la sua volontà persecutoria.
Il mistero attorno alle circostanze esatte dell'11 novembre e le prove dell'omicidio saranno approfonditi ulteriormente nelle prossime fasi delle indagini. L'autopsia fissata per l'1 dicembre potrebbe fornire ulteriori dettagli sulle ferite inflitte e sulle circostanze della tragedia.