Il Reddito di cittadinanza resterà anche nel 2023. Il governo Meloni non lo cancellerà, ma ci saranno dei cambiamenti. Per chi non è in condizione di lavorare, in realtà, la misura dovrebbe restare molto simile a quella di oggi, se non completamente identica. Nessuna novità, quindi, per pensionati, invalidi, chi ha figli minori a carico e non ha reddito.
Le novità dovrebbero invece riguardare i beneficiari potenzialmente occupabili. Per il momento la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non si sbilancia. E a chi, in conferenza stampa, chiede qualche anticipazione sulle modifiche al Reddito risponde semplicemente che se ne parlerà più avanti, in legge di Bilancio, e solo dopo un confronto con le parti sociali (convocate per mercoledì 9 novembre a Palazzo Chigi).
L’obiettivo del governo Meloni è recuperare dal Reddito di cittadinanza qualche risorsa da investire in altre misure da introdurre con la legge di Bilancio. Lo scorso anno il sussidio è costato allo Stato 8,8 miliardi di euro e le modifiche che la presidente del Consiglio vorrebbe mettere in campo potrebbero permettere di ridurre questa spesa. Cosa cambierà, quindi, nel 2023?
Come cambia il Reddito di cittadinanza
La prima iniziativa del governo sul Reddito porterà a una separazione delle platee dei percettori, che verranno suddivisi in
abili e non abili al lavoro. Questi ultimi continueranno a ricevere il sussidio come avviene oggi. Le condizioni cambieranno invece per gli
occupabili, che verranno indirizzati all’inserimento al lavoro.
Sembra probabile una
stretta sui controlli, ma anche l’introduzione di condizionalità di accesso alla misura più rigide: il numero di
offerte di lavoro congrue da accettare per non perdere la misura potrebbe essere ridotto da due a una.
Un intervento in questa direzione è stato già anticipato dal viceministro al Lavoro,
Claudio Durigon: “
Se non si accetta, a casa già la prima volta”, aveva detto parlando della prima offerta congrua. Quindi non ci sarà più un decremento dell’importo ricevuto dopo il primo rifiuto, ma la
decadenza completa della misura.
Reddito, cosa cambia per chi può lavorare
Per i
660mila occupabili che ricevono il Reddito la novità non riguarda solo l’offerta congrua. Per loro sarà prevista una sospensione di sei mesi - probabilmente dopo i 18 iniziali - dell’assegno. In questo
periodo di sospensione dovranno partecipare a un percorso di
formazione che verrà retribuito attraverso il Fondo sociale europeo. Non perderanno, quindi, ogni sussidio.
La ministra del Lavoro,
Marina Calderone, assicura comunque che “
nessuno sarà lasciato indietro. Chi è o sarà, dopo essere stato riqualificato, in grado di lavorare deve trovare una giusta collocazione”. E le eventuali modifiche al Reddito saranno “
orientate a migliorare le performance nell’ingresso dei lavoratori”.
Addio ai navigator
Non ci sarà, invece, alcuna proroga del
contratto scaduto il 31 ottobre per i 950
navigator assunti nel 2019 con lo scopo di favorire l’inserimento lavorativo dei percettori del Reddito. La ministra spiega che le Regioni sapevano che il termine del 31 ottobre era quello fissato per terminare il percorso, oltre a essere l’ultimo utile per “
avviare e completare le procedure di assunzioni”. “
Non è possibile né la proroga né la ricontrattualizzazione”, taglia corto Calderone escludendo ogni possibilità di conferma per i navigator.
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