L'influenza "peggio" del Covid, quando arriva il picco
Bassetti: «Non è colpa del freddo ma dei pochi vaccini»
L'influenza stagionale è in forte crescita in Italia, e il picco non è stato ancora raggiunto. Secondo gli ultimi dati del bollettino RespiVirNet, la diffusione del virus è particolarmente intensa nel Centro-Sud, dove le regioni più colpite sono Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia e Sicilia, tutte con una colorazione arancione, che indica un'intensità media di contagio. A queste si aggiunge la provincia autonoma di Bolzano.
Le regioni con una minore incidenza di casi, come la Valle d'Aosta e il Friuli-Venezia Giulia, sono indicate con il colore verde, mentre Sardegna, Umbria, Molise, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Veneto e la provincia autonoma di Trento presentano una situazione di intensità bassa, con valori che vanno da 5,66 a 11,39 casi per mille assistiti.
Le cause del forte aumento dei casi: il freddo e le scarse vaccinazioni
Nonostante l'ondata di freddo che ha caratterizzato le ultime settimane, gli esperti sostengono che il freddo da solo non è la causa principale del rapido aumento dei casi di influenza. Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento, ha sottolineato che l'intenso abbassamento delle temperature favorisce la permanenza in ambienti chiusi, aumentando le occasioni di contagio. L’aria confinata negli spazi interni senza un adeguato ricambio d'aria crea condizioni ideali per la diffusione di virus respiratori.
Tuttavia, il vero fattore determinante per l'attuale situazione, secondo Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive all'Ospedale Policlinico San Martino di Genova, è la scarsa adesione alla vaccinazione antinfluenzale. «Solo un italiano su cinque si è vaccinato, una percentuale insufficiente dopo la drammatica stagione influenzale 2023-2024, che ha visto coinvolti 15 milioni di cittadini», ha dichiarato Bassetti. La riluttanza nei confronti dei vaccini, accentuata dalla pandemia di Covid, è ora una seria preoccupazione.
I rischi legati alla scarsa copertura vaccinale
Oltre ai rischi legati all'influenza, Bassetti ha messo in guardia anche sulle altre malattie infettive, come morbillo, pertosse, tetano e meningite, per le quali la copertura vaccinale è in forte calo. Secondo gli esperti, una maggiore adesione alla vaccinazione potrebbe non solo prevenire l'influenza, ma anche altre malattie gravi e potenzialmente letali. La carenza di vaccinazioni è un problema che potrebbe aggravarsi nel tempo se non affrontato con misure urgenti a livello nazionale, come campagne di sensibilizzazione e iniziative del Ministero della Salute.
L'influenza e le complicazioni nei pazienti fragili
Mentre il Covid-19 ha visto una riduzione della sua aggressività rispetto agli anni passati, l'influenza resta una malattia da non sottovalutare, soprattutto per le persone più vulnerabili. Alessandro Grimaldi, primario di Malattie Infettive dell'Ospedale "San Salvatore" dell'Aquila, ha sottolineato che, nonostante il Covid sia meno virulento, le persone fragili, come gli anziani e i pazienti con comorbidità, sono particolarmente a rischio. Con l’arrivo del picco stagionale, si prevede un aumento delle ospedalizzazioni, in particolare tra coloro che soffrono di patologie cardiache e respiratorie.
Prevenzione e attenzione alle vaccinazioni
In sintesi, l'influenza stagionale è in forte aumento, con picchi previsti per la metà di gennaio. Il freddo non è l'unico responsabile, ma piuttosto la scarsa copertura vaccinale che lascia la popolazione vulnerabile a infezioni gravi. Gli esperti consigliano fortemente di vaccinarsi, in particolare per le categorie più fragili, e di adottare misure preventive come il corretto ricambio dell’aria negli ambienti chiusi. Una campagna vaccinale rafforzata e l'attenzione alla prevenzione sono essenziali per evitare un aggravamento della situazione sanitaria.