MARANO DICE ADDIO A GIOVANNI. Una tragedia dei giorni nostri, una tragedia dettata dal carovita, dall'impossibilità di andare avanti, del costo di una vita oramai troppo pesante così come era pesante per Giovanni la sconfitta e quella perdita, la sua bottega sequestrata.

E così ha scelto la via della fine: un cappio al collo e via, Giovanni Cerqua non c'è più

Stando a quanto perviene Giovanni, 52 anni, era titolare di una falegnameria in città. L’attività era stata chiusa dalla polizia un mese fa per alcune difformità. 

A trovare il corpo senza vita dell'uomo nella sua fabbrica con cappio al collo i carabinieri di Marano, dopo che le sue 2 figlie, non avendo più sue notizie avevano lanciato l'allarme.

 Accanto a lui, il fedele Lupin, il suo cane, vegliava sul suo padrone. Ha lasciato una lettera d’addio, lunga cinque pagine.

Da Giovanni a Sant'Antonio Abate - Il dramma del piccolo di 8 anni

Morire a 8 anni, andarsene così all'improvviso senza una ragione, senza un motivo. Il sorriso vivace e furbetto del piccolo Giovanni si è spento così, mentre giocava insieme ai suoi amichetti. Il bambino stava facendo attività motoria, nell'ambito del Progetto sport di classe del Coni, portato avanti dall'istituto De Curtis.

"Non mi sento bene"

Poi l'epilogo assurdo, impensabile per un bambino che per ben quattro volte a settimana svolgeva attività sportiva presso la scuola calcio della città di Sant'Antonio Abate .

Come si fa ad accettare una cosa simile? Come si fa a dire ad una mamma di un figlio sano che nel pomeriggio il suo bambino si è sentito male ed è morto?

La scuola, lo sport... Mandiamo i nostri bambini a studiare certo ma prima ancora a "socializzare", ad imparare a stare con gli altri, a vivere la loro vita e poi questa vita non c'è più... Era qui Giovanni un attimo prima, la mattina stessa quando la madre o il padre l'hanno compagnato a scuola, come ogni giorno... E Poi? Poi se lo ritrovano morto su una barella del Pronto Soccorso senza un motivo. E' qualcosa di immaginabile, nemmeno il termine 'strazio' potrebbe mai davvero descrivere ciò che si può provare, ciò che provano i genitori, la famiglia di Giovanni.... Gli amichetti. E già gli amichetti... Che se lo sono visto lì accasciato a terra, chiudere gli occhi e non riaprirli più. Non si può comprendere nemmeno lontanamente.

Come non riesce a spiegarlo nemmeno il primo cittadino di Sant'Antonio Abate, Ilaria Abagnale, mamma di un compagno di classe del piccolo Giovanni. Frequentavano la terza classe della primaria presso la scuola "Antonio De Curtis".

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