La tragica morte di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio, non ha solo generato dolore e cordoglio, ma ha anche scatenato una serie di insulti e attacchi sui social media, prendendo nel mirino la famiglia Cecchettin.

La nonna di Giulia, Carla Gatto, è stata oggetto di pesanti critiche online a seguito della presentazione di un libro avvenuta di recente. Nel corso di un'intervista televisiva, la nonna ha ricordato la nipote Giulia con un sorriso, confrontando alcuni elementi della trama del libro con la tragica morte della giovane. Questa intervista interpretata da alcuni utenti come un tentativo di sfruttare la notorietà derivante dalla morte di Giulia.

I commenti offensivi hanno coinvolto anche la sorella di Giulia Cecchettin, Elena

Accusata di mancanza di empatia e addirittura etichettata come "satanista". Gli utenti dei social media hanno riversato sulla famiglia Cecchettin una serie di insulti e giudizi, complicando ulteriormente il già difficile processo di lutto e elaborazione del dolore.

Alcuni commenti hanno sottolineato l'apparente mancanza di espressione emotiva da parte della nonna durante l'intervista, interpretandola come insensibilità nei confronti della tragedia familiare. Altri utenti hanno avanzato teorie del complotto, mettendo in discussione la versione ufficiale dell'omicidio di Giulia.

«Giulia è diventata la figlia di tutti. Ma è giusto così, la sua storia è arrivata al cuore di tantissime persone», aveva detto poi nonna Carla in un'intervista al Corriere della Sera. Quel libro Giulia «lo aveva iniziato a leggere, sì - racconta -. Ma Giulia non è Emma, per lei non c'è stato un lieto fine e ora abbiamo un dolore devastante da affrontare. La nostra bambina non meritava un finale così crudele». E aggiunge: «Ho iniziato a scriverlo durante il Covid, poi ho deciso di dedicarlo a mia nuora Monica, mancata circa un anno fa. Il prossimo lo dedicherò a Giulia. Ho già in mente la storia». Quanto a Filippo Turetta dice: «In questo momento non so cosa provo. Sentire un sentimento di rabbia è inevitabile. Provare odio non è, però, utile a nessuno. L'odio ci logora inutilmente».

La sorella Elena è stata accusata di non aver manifestato abbastanza dolore pubblicamente, mentre la nonna è stata associata a presunti tentativi di capitalizzare sulla morte di Giulia attraverso il libro.

Questi attacchi sui social media rivelano una triste realtà in cui la cattiveria online si abbatte su una famiglia già colpita da un'immensa tragedia, sollevando interrogativi sulla necessità di una riflessione etica sull'uso dei social media in situazioni così sensibili.

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