Roma, buste esplosive: gli inquirenti non escludono che ci siano altri plichi in circolazione: «Abbiamo allertato Poste Italiane»
Al momento non si può escludere che ci siano altri plichi bomba in circolazione. È l'ipotesi formulata dagli inquirenti che indagano sul ferimento di tre donne avvenuto tra domenica e lunedì a Roma. È quanto emerso al termine di un vertice in Procura fra il procuratore aggiunto Francesco Caporale, il pm Francesco Dall'Olio e gli investigatori dei carabinieri del Ros e della Digos di Roma. In particolare, sono state allertate le Poste Italiane per effettuare controlli su plichi e pacchi in transito al centro smistamento posta di Fiumicino, dove domenica scorsa è rimasta ferita un'addetta che ha riportato 10 giorni di prognosi. Inoltre, sempre secondo gli inquirenti, la volontà di chi ha inviato i plichi esplosivi non sarebbe stata quella di uccidere, ma di ferire i destinatari delle lettere. Sempre secondo quanto emerge dopo il vertice in procura, prenderebbe corpo la pista anarchica. A quanto emerso dalle indagini, le tre donne non si conoscono fra loro ma i presunti mittenti delle rispettive buste erano noti ai destinatari. I plichi erano del tutto simili fra loro e secondo gli inquirenti sarebbero stati fatti da una stessa persona. In Procura è stato aperto un fascicolo di indagine per attentato con finalità di terrorismo e lesioni. Infatti, dalla quantità di esplosivo contenuta nei plichi inviati a Roma nelle ultime ore emerge la volontà di fare male, ferire, ma non uccidere. È l'idea che si stanno facendo inquirenti e investigatori sui pacchi bomba esplosi nelle ultime ore nella Capitale e a Fiumicino che hanno ferito tre donne. Sono in corso ancora accertamenti sul tipo di esplosivo utilizzato e sui plichi in busta A4 gialla con all'interno una scatolina in legno contenente l'innesco che si attiva all'apertura della busta.