sylla allioune

Dalle sfilate per i più grandi brand della moda alla criminalità organizzata per saldare debiti. È questa la parabola discendente di Sylla Alioune, ex modello 22enne di origine senegalese, residente in provincia di Brescia, che è stato condannato a 7 anni e 4 mesi di carcere per una serie di rapine a mano armata. A questa pena si aggiungono 3 anni e 2 mesi per l’aggressione a un creditore, avvenuta alla fine del 2023.

Il processo ha coinvolto altri 12 imputati, con tre condanne in rito abbreviato per rapine a gioiellerie e ville, mentre per gli altri nove si è giunti a patteggiamenti, messe alla prova o rinvii a giudizio. Il bottino complessivo della banda ammonterebbe a quasi un milione e mezzo di euro, comprensivo di refurtiva e proventi dalla vendita di orologi di lusso e smartphone rubati.

Rapine tra pestaggi e colpi a salve

L’attività criminale della banda ha preso il via il 30 novembre 2023, con un colpo al negozio di elettronica Trony, dove sono stati rubati smartphone, cuffie e smartwatch per un valore di 90mila euro.

A gennaio 2024 la svolta: il gruppo ha iniziato a mirare alle gioiellerie. Il 10 gennaio due membri della banda hanno aggredito il titolare e una commessa del negozio “Oro in Euro”, portando via gioielli e orologi per 87.500 euro. Un mese dopo, con caschi integrali e pistole in pugno, la banda ha fatto irruzione da “OroFino”, minacciando i dipendenti e fuggendo con un bottino di 117mila euro.

Il colpo più clamoroso è avvenuto il 23 gennaio, in pieno centro a Brescia: due rapinatori, fingendosi rider per le consegne a domicilio, sono entrati da “I gioielli di Rossana”. Qui hanno colpito il proprietario con un martello e il calcio di una pistola, esplodendo anche colpi a salve per garantirsi la fuga. Il bottino, nascosto negli zaini per le consegne, è stato il più ingente: un milione e 45mila euro in gioielli e orologi di lusso.

Le condanne e il ruolo dei complici

Tra i membri della banda, Sylla Alioune ha ricevuto la pena più severa con 7 anni e 4 mesi di reclusione. A seguirlo, Hygert Dadushi, 26enne albanese, condannato a 7 anni e 2 mesi, e Ayoub Rachidi, bresciano di origini marocchine, che ha ricevuto 5 anni e 8 mesi.

Il primo ha partecipato materialmente ai colpi e nascosto parte della refurtiva in casa, mentre il secondo fungeva da autista e palo durante le rapine.

Condanne anche per Davide Melzani, 23 anni, a 1 anno e 8 mesi (pena sospesa) per una tentata rapina in una villa nel gennaio 2023, e per le giovani Elisa Traversi e Skurta Berisa, condannate rispettivamente a 2 anni e 2 anni e 2 mesi. Il loro ruolo era quello di fingersi clienti nelle gioiellerie per far aprire le vetrine e lasciare di proposito la porta aperta ai rapinatori.

L’operazione delle forze dell’ordine ha smantellato una rete di criminalità organizzata che aveva messo sotto scacco le attività di lusso di Brescia, riportando alla luce il drammatico declino di un giovane che un tempo calcava le passerelle e oggi si trova a scontare una lunga pena dietro le sbarre.

Porto Torres nel dolore per la scomparsa di Mauro Ascione
Terni, tragedia sul lavoro: operaio 26enne muore dopo sei giorni di agonia