Andrea Delmastro condannato a otto mesi: “Giudici di sinistra, sentenza politica”
Il sottosegretario alla Giustizia attacca la magistratura dopo la condanna per rivelazione di segreto d’ufficio sul caso Cospito. Esclude le dimissioni e annuncia battaglia.
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Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia, è stato condannato a otto mesi di carcere per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto in regime di 41 bis. La sentenza arriva dopo tre richieste di assoluzione da parte della Procura, un fatto che ha spinto Delmastro a criticare duramente la magistratura e a parlare di una decisione influenzata da fattori politici.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera e a Repubblica, il sottosegretario ha affermato:
«Condannato dopo tre richieste di assoluzione della Procura, credo di essere nel Guinness dei primati».
Secondo Delmastro, il verdetto sarebbe il risultato di una giustizia politicizzata, influenzata da una corrente ideologicamente avversa al governo di centrodestra.
Il complotto e l’accusa ai giudici
Delmastro ha apertamente parlato di un complotto giudiziario contro di lui, puntando il dito contro i magistrati che hanno emesso la sentenza.
«È un dato di fatto che il collegio fosse fortemente connotato dalla presenza di Md (Magistratura democratica, ndr), anche dopo la sostituzione di un componente avvenuta due udienze fa».
L’accusa del sottosegretario è chiara: la sentenza sarebbe il frutto di un pregiudizio ideologico e di un certo attivismo giudiziario ostile all’attuale governo. Delmastro ha citato altri episodi, come le inchieste su Matteo Salvini e Giorgia Meloni, per sostenere la tesi di un uso politico della magistratura contro esponenti del centrodestra.
L’attacco alla giustizia e l’annuncio dell’appello
Nonostante la condanna, Delmastro ha ribadito di voler continuare a credere nella giustizia e ha annunciato ricorso in appello:
«Attendo trepidante le motivazioni per proporre appello. Certo che ci sarà un giudice a Berlino».
Al momento della lettura della sentenza, il sottosegretario avrebbe sussurrato "vergogna", lasciando intendere il suo disappunto verso la decisione della corte.
No alle dimissioni: “Io non ho tradito”
Nonostante la condanna, Delmastro ha escluso qualsiasi ipotesi di dimissioni. Al contrario, ha rilanciato la sua posizione con un messaggio forte:
«Io non ho tradito i miei ideali: ho difeso il carcere duro verso terroristi e mafiosi».
La sua intenzione è quella di continuare il percorso politico e istituzionale, anzi, ha promesso di proseguire con le riforme della giustizia per cambiare un sistema che ritiene «malato».
«Ora avanti con le riforme per consegnare ai nostri figli una giustizia diversa».
Secondo Delmastro, la sua condanna rappresenta un attacco non solo personale, ma politico, volto a colpire il governo e le sue politiche in tema di sicurezza e giustizia.
Il caso Cospito e le accuse contro Delmastro
La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Delmastro nasce dal caso di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto in regime di 41 bis, protagonista di una lunga battaglia giudiziaria e di un prolungato sciopero della fame.
L’accusa contro il sottosegretario è legata alla divulgazione di documenti riservati relativi alla detenzione di Cospito e ai contatti tra anarchici e mafiosi in carcere. Secondo i giudici, Delmastro avrebbe rivelato informazioni riservate per fini politici, violando così il segreto d’ufficio.
Il ruolo di Magistratura Democratica nel processo
Uno dei punti più contestati da Delmastro riguarda la composizione del collegio giudicante.
«Tutto il collegio era di Magistratura Democratica, l’unico non iscritto alla corrente è stato fatto fuori nel corso del processo. Come poteva andare a finire?»
Secondo il sottosegretario, il verdetto era scontato fin dall’inizio, vista l’appartenenza politica dei giudici. Questa denuncia si inserisce in un dibattito più ampio sulla separazione dei poteri e sull’imparzialità della magistratura.
Le reazioni politiche: il caso divide il centrodestra
La condanna di Delmastro ha generato diverse reazioni all’interno della politica italiana.
- Fratelli d’Italia si è schierato compatto in sua difesa, ribadendo la volontà di procedere con la riforma della giustizia per limitare il potere delle correnti nella magistratura.
- L’opposizione, invece, ha chiesto le dimissioni immediate, sottolineando che un sottosegretario condannato non può restare in carica.
Il caso potrebbe diventare un nuovo terreno di scontro tra governo e magistratura, con un’ulteriore polarizzazione del dibattito.
Una battaglia politica e giudiziaria ancora aperta
La condanna di Andrea Delmastro non mette fine alla vicenda, anzi, la trasforma in un caso politico di primo piano.
Se da un lato il sottosegretario si dice pronto a combattere in appello, dall’altro la questione alimenta il dibattito sulla politicizzazione della giustizia e la necessità di una riforma del sistema giudiziario.
Le prossime settimane saranno decisive per capire quali conseguenze politiche avrà il verdetto e se il governo Meloni riuscirà a tenere compatto il centrodestra su una questione così delicata.