L'ex ministro Toninelli fa fatica a campare: "Prima mangiavo il salmone, ora non riesco a permettermi il tonno"
Negli ultimi tempi, Danilo Toninelli, ex ministro e figura di spicco del M5S vecchia generazione, è tornato sotto i riflettori con la sua rubrica online "Contro informazione". Dopo le divisioni e lo stop alle candidature che hanno segnato la fine di una fase per il M5S, Toninelli si è ritrovato in una posizione meno centrale, ma la sua voce è nuovamente ascoltata attraverso la sua presenza online.
L'ex ministro ha recentemente espresso preoccupazioni sulla sua situazione economica attuale, sottolineando le difficoltà nel sostenere adeguati livelli di vita familiare. Dopo dieci anni trascorsi come deputato e senatore, Toninelli è tornato al suo precedente ruolo di assicuratore, un cambiamento che ha portato a un significativo adeguamento del suo tenore di vita.
Nelle sue dichiarazioni online, Danilo Toninelli ha fatto riferimento alla sua attuale condizione finanziaria. Ha lamentato il calo del suo standard di vita e sottolineando la difficoltà nel gestire le spese quotidiane. "Io prima mangiavo il salmone, sapete noi fissati con la palestra... o mangiavo la bresaola. Cancellato tutto: un po’ perché non è più fattibile. Io non riesco a prendere neanche il tonno. Avete presente una scatoletta di tonno? Io prima prendevo quello in vetro... ma porca p*****a costava due euro e cinquanta! Adesso sono sette euro! Ragazzi, è una roba devastante", ha affermato Toninelli.
Le sue parole hanno suscitato reazioni da parte degli affezionati che gli hanno chiesto consigli su questioni riguardanti informazione, politica e lavoro. Toninelli ha condiviso una parte della sua esperienza passata. Ha raccontato di aver ricevuto offerte per diventare commentatore televisivo, ma rifiutandole a causa delle condizioni lavorative che avrebbero comportato.
Tra le critiche a Matteo Salvini e Giuseppe Conte, il plauso ad Alessandro Di Battista e gli attacchi al governo Meloni, Toninelli ha espresso il suo disaccordo sull'abolizione del reato di abuso di ufficio e ha manifestato convinzione nel fatto che il caso Chiara Ferragni sia usato per offuscare certe scelte dell’esecutivo.