Marco Magrin
Marco Magrin

Marco Magrin, 53 anni, è stato ritrovato morto il 30 novembre 2024 in un garage dove si era rifugiato per trovare riparo. Le cause del decesso sembrano essere legate al freddo intenso che ha colpito la città. Magrin, in una condizione di estrema precarietà, era stato recentemente costretto a lasciare l’abitazione dove viveva gratuitamente, una casa di proprietà dell’attivista Andrea Berta.

La vicenda ha sollevato molte domande sulle responsabilità e sulla gestione delle situazioni di indigenza. Magrin, che aveva cercato invano aiuto dal Comune, si era ritrovato senza un tetto poco prima della tragedia.

Andrea Berta: attivista anti-sfratto nella bufera

Andrea Berta, noto attivista del centro sociale Django e membro dell’associazione Caminantes, si batte da anni contro gli sfratti e per il diritto alla casa. La scoperta che fosse il proprietario dell’abitazione da cui Magrin era stato allontanato ha suscitato una forte reazione pubblica.

Secondo la ricostruzione fornita da Berta, l’appartamento in questione era stato lasciato in comodato d’uso gratuito a Magrin e in passato aveva ospitato anche la moglie dell’uomo e altri inquilini. Tuttavia, lo scorso aprile, Berta aveva richiesto la riconsegna delle chiavi tramite un avvocato, sostenendo che l’immobile fosse destinato alla vendita.

La versione di Berta: "Non è stato uno sfratto"

Berta si è difeso, affermando che non si è trattato di uno sfratto forzato. Dichiarando di non vivere nelle vicinanze, ha spiegato di non sapere che Magrin si fosse rifugiato nel garage sottostante l’appartamento. Dopo aver constatato che l’abitazione era stata liberata, Berta ha deciso di cambiare la serratura per motivi di sicurezza e di avviare una disinfestazione.

Secondo Berta, Magrin gli avrebbe assicurato di avere trovato un nuovo lavoro e una sistemazione alternativa, ma queste dichiarazioni si sono rivelate false.


Le critiche di Lega e Fratelli d’Italia

La vicenda ha scatenato una dura reazione politica, in particolare da parte della Lega e di Fratelli d’Italia. Il sindaco Mario Conte ha annunciato un esposto alla magistratura per chiarire i molti aspetti controversi del caso, sottolineando il bisogno di responsabilità.

Il senatore Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia ha commentato duramente:

"Se Berta era a conoscenza della situazione di Magrin, perché non ha segnalato il caso ai servizi sociali invece di procedere al cambio delle serrature? Questo tragico episodio è il risultato di un’indifferenza sinistra."

Il Comune sotto accusa: Magrin cercava aiuto

Non solo Berta, ma anche l’amministrazione comunale è finita nel mirino delle critiche. Gli attivisti del centro sociale Django, compagni di Berta, accusano il Comune di aver ignorato le richieste di aiuto di Magrin.

In un post sui social risalente al dicembre 2023, Magrin aveva scritto:

"Questo Natale sarà bello per molti, ma non per tutti. Io sto al freddo e non so come mettermi in contatto con voi del municipio. Mi rimbalzano da tutte le parti."

Una tragedia evitabile?

La morte di Marco Magrin solleva interrogativi sulla gestione delle emergenze sociali a Treviso. Sebbene le responsabilità dirette siano ancora da chiarire, la vicenda evidenzia un sistema incapace di prevenire tragedie come questa.

L’esposto annunciato dal sindaco Mario Conte e le indagini della magistratura potrebbero fare luce su questa triste storia, che ha già lasciato una profonda ferita nella comunità locale.

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