SALERNO. Priscilla Salerno, nome d'arte di Tina Ciaco, professione pornostar è stata letteralmente cacciata da Forza Italia.
L'attrice non ci sta e chiama in cattedra Silvio Berlusconi
"È un mio diritto candidarmi. La gente è sconcertata che io non possa partecipare alle Comunali di Salerno. Mi stanno chiamando da tutto il mondo...".
"Sostengono che non sia etico per il partito e per la coalizione avere come candidata un'attrice hard. Lo vogliono capire che da anni non faccio più la pornostar?", osserva in una intervista a Il Corriere della sera. "Stiamo cercando un contatto con il presidente (Silvio Berlusconi, ndr). Se non riuscirò a contattare il Cavaliere scriverò direttamente a Sergio Mattarella".
E ancora aggiunge
"E' un mio diritto candidarmi. Questa è una sconfitta per tutte le donne. Lo sa che senza il mio nome in lista il Nuovo Psi ritirerà il simbolo e si disimpegnerà da tutto?".
Priscilla Salerno
Si dice meravigliata che "la signora Carfagna non abbia fatto nessuna dichiarazione in merito. Ma forse ho capito il motivo. Le critiche sono arrivate da uno dei suoi: Luigi Casciello.
Il quale ha detto che i diritti delle donne non si tutelano candidando una pornostar. Ma non sono una pregiudicata, non ho atti penali pendenti.
Sono ambasciatrice contro la violenza sulle donne, ho aiutato a scrivere la legge sul revenge porn, ho collaborato con magistrati". Insomma, "Sogno la politica ma sono stata messa al rogo da chi non sa nemmeno il significato dell'etica".
L'annuncio della sua discesa in campo
Fatto dai rappresentanti del Nuovo Psi, partito che sosterrà la candidatura a sindaco di Michele Sarno in una lista con Forza Italia ed Udc.
Ma l'annuncio ha provocato dissapori all'interno della coalizione. «I diritti delle donne non si tutelano certo candidando al Consiglio Comunale di Salerno la pornostar Priscilla» ha scritto sul suo profilo Facebook il deputato di Forza Italia, Gigi Casciello.
«Ognuno - ha aggiunto - nella propria vita fa le scelte che ritiene e da parte mia non c'è alcun giudizio moralistico ma ritengo che ci siano modi sicuramente più autorevoli e credibili per tutelare i diritti delle donne».
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