E' l'ora della verità sulla tragedia della funivia. Nel carcere di Verbania sono in corso gli interrogatori alle tre persone arrestate all'alba di mercoledì con l'accusa di omicidio plurimo.

Tragedia della funivia, iniziati gli interrogatori in carcere

Poco prima delle 9 del mattino sono arrivati il Gip Donatella Banci Bonamici e il procuratore capo Olimpia Bossi. Tra i primi legali giunti al carcere è Pasquale Pantano, difensore di Gigi Nerini.

Tandini, l'unico ad aver confessato la sua responsabilità

Il primo ad essere stato ascoltato è Gabriele Tandini, l'unico ad aver confessato la sua responsabilità nell'accaduto.

Quanto accaduto poteva essere evitato

Esplode anche la rabbia del Pm, che sostengono: "hanno visto i corpi straziati ma non sono venuti a confessare". E' questo il concetto alla base della custodia cautelare dei due. scrive la procura: "Nonostante la gravità delle condotte e delle conseguenze i fermati non hanno avuto un atteggiamento resipiscente presentandosi nell'immediatezza all'autorità giudiziaria per assumere le proprie responsabilità. Tale considerazione assume maggiore gravità per Luigi Nerini ed Enrico Perocchio che, accorrendo sul posto il giorno dei tragici accadimenti, hanno potuto vedere i corpi delle vittime straziati"

Funivia del Mottarone, sui registri necessari ulteriori accertamenti

Per ciò che concerne invece i registri falsificati è legato Tandini, la procura ha però sostenuto "sono necessari ulteriori accertamenti" per verificare "l'eventuale alterazione anche di altre annotazioni".

Domenica a mezzogiorno bandiere a mezz'asta

Domenica, sarà passata appena una settimana dalla tragedia, e la Regione Piemonte ha proclamato una giornata di lutto. Alle 12 sarà rispettato un minuto di silenzio e le bandiere saranno fissate a mezz'asta. Sostiene il Presidente del Piemonte, Alberto Cirio: " Nulla può lenire il dolore, ma sentiamo il bisogno di ricordare in un modo solenne coloro che hanno perso la vita in questa follia. Il Piemonte non smetterà mai di stringersi alle loro famiglie e al piccolo Eitan". (Fonte LaStampa)

Tandini, il ruolo nella vicenda

"Pum pum pum pum. Faceva così l'impianto, ogni due o tre minuti". Il rumore non si era risolto e Tandini aveva paura, ma non che succedesse qualcosa ai passeggeri: "Chi poteva immaginare che la fune si sarebbe rotta" Aveva paura che "scattasse il freno di emergenza quando la cabina era in viaggio: a quel punto avremmo dovuto evacuare i passeggeri, far arrivare un cestello". Era questa la paura. E quando il problema si presentava al mattino, lui lo risolveva da solo. Tandini si presentava nel giro di prova e risolveva il problema a modo suo mettendo un divaricatore ai freni, in gergo "forchettone", per disinstallarli.

I registri falsificati prima della strage

Nel registro da compilare al mattino, sosteneva che andava tutto bene. Aveva, inoltre, come riportato da msn notizie, "annotato l'esito positivo dei controlli effettuati sul funzionamento dei freni e delle vetture quanto meno nelle giornate del 22 e 23 maggio, fatto contrario al vero perché Tadini aveva sentito provenire da una cabina un rumore riconducibile alla presumibile perdita di pressione del sistema frenante". Non ne aveva dato comunicazione all'Ustif. Per questo, che su di lui ora gravano le accuse di omicidio plurimo colposo, lesioni e rimozione di cautele antinfortunistiche aggravate dall'aver provocato il disastro. Insieme a a Luigi nerini e Enrico Pedocchio, Tandini, condivide l'accusa di falso, contestato dalla procura di Verbania nella richiesta di convalida dei tre fermi. Leggi anche: Roma, auto e moto si scontrano frontalmente. 21enne finisce in ospedale: è il quarto in poche settimane Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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