Arezzo. Dieci lunghissimi mesi di silenzio, poi una parola: "Mamma". L’ha ripetuta due volte, quasi a sottolineare che lei c’è, è tornata.
Cristina Rosi, 37 anni, ha tagliato un traguardo importante nel suo lento recupero dopo l’arresto cardiaco che nel luglio scorso la colpì al settimo mese di gravidanza.
All'epoca dei fatti, si trovava confinata nella casa di Alberoro, alle porte di Arezzo, dove viveva con il marito Gabriele Succi, 42 anni.
Il risveglio dal Coma ad Arezzo
Una giovane coppia felice per l’arrivo della piccola Caterina che invece, quel maledetto giorno, fu fatta nascere prematura con parto cesareo per salvarle la vita.
Il tempo trascorso senza ossigeno ha provocato gravi danni neurologici a madre e figlia che non si sono mai incontrate.
Questo perché per entrambe è iniziato un percorso fatto di ospedali, terapie, macchinari per respirare e nutrirsi.
MA soprattutto un percorso fatto di silenzi, attese, speranze e lunghe sofferenze che non hanno mai lasciato le due anime unite dallo sconforto.
Ciascuna lontana oltremodo dall’altra, e così avanti per 10 lunghi mesi. A poco a poco le speranza si sono affievolite.
E poi, Cristina ha pronunciato la parola "mamma" davanti a Mirella e per lei è stato come "partorirla un’altra volta".
Così ha detto ad alta volte tra le lacrime accanto al letto della figlia, nella clinica vicina a Innsbruck dove è ricoverata da due mesi.
Con lei c’è Gabriele che aggiunge: "Una gioia vera dopo tanta sofferenza. Anche i sanitari in stanza hanno confermato che Cristina ha detto la sua prima parola".
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