Giulia Zecchin rompe il silenzio a 'Quarto Grado' per ricordare la sua amica Giulia Cecchettin, la giovane deceduta tra l'11 e il 12 novembre, una tragedia che ha sconvolto l'Italia intera.

"Ho sentito tante volte chiedere perché Giulia, nonostante si fossero lasciati, continuasse ad uscire con lui. La domanda che dovremmo farci è: perché lui continuava a voler uscire con lei e perché continuava ad insistere nel voler ritornare insieme?".

Giulia Zecchin ha cercato di spostare l'attenzione dalla narrazione semplificata solita che non fa altro che favorire il carnefice, dipingendo la vittima come troppo ingenua.

Ha ribaltato questa versione, affermando: "Lui la manipolava". Quando le è stato chiesto perché Giulia Cecchettin continuasse a frequentare Filippo Turetta, ha risposto: "In primo luogo perché lei era la persona più buona che conoscessi". Ha aggiunto inoltre che "lui le faceva venire i sensi di colpa".

Infine, le è stato chiesto se fosse vero che lui le aveva promesso di cambiare, a cui ha risposto: "Sì, lo aveva detto ma non lo aveva fatto".

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Giulia Cecchettin, accanto al suo corpo trovato anche un libro per bambini

Nuovi dettagli emergono sul drammatico femminicidio di Giulia Cecchettin, scoperto il 18 novembre quando il suo corpo è stato ritrovato in una zona montuosa nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone.

Secondo le accuse, la giovane è stata uccisa dal fidanzato, Filippo Turetta. Tra gli oggetti trovati nelle vicinanze del cadavere, oltre a reperti vari, rinvenuto un libro per bambini intitolato "Anche i mostri si lavano i denti" della disegnatrice Jessica Martinelli.

Questo particolare ha suscitato un'attenzione particolare in quanto sembra ricollegarsi ai sogni della vittima. Giulia Cecchettin ambiva diventare un'illustratrice per libri destinati all'infanzia, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria biomedica.

Tra gli oggetti recuperati nei pressi del corpo, non vi era il telefono della giovane. Le indagini hanno evidenziato che il cellulare di Giulia aveva agganciato l'ultima cella disponibile attorno alle 22.45 dell'11 novembre. Si trovava nei pressi del centro commerciale dove lei e Turetta avevano cenato.

Successivamente, il cellulare risulta spento, anche al momento in cui la studentessa fu aggredita per la prima volta nel parcheggio vicino a casa sua. Nonostante un vicino chiamato il 112, non fu possibile comunicare il numero di targa dell'auto, impedendo l'invio immediato di una pattuglia sul luogo.

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