Sono tante le novità che riguardano l‘assegno unico e che sono in arrivo nel 2023. La prima riguarda la modalità di erogazione del bonus, che diventa automatica per chi ha già percepito il sostegno nel 2022. La seconda riguarda gli importi e il limite Isee, che aumenteranno dal 1° gennaio 2023, per adeguarsi alle variazioni dell’indice del costo della vita registrate dall’ISTAT.
Assegno unico, dal 1° gennaio 2023 diventa automatico
A partire dal 2023 non ci sarà più bisogno di inviare la domanda di assegno unico: l’Inps erogherà automaticamente ogni anno il sussidio agli aventi diritto di cui conosce la situazione reddituale.
Il rinnovo scatterà senza richiesta
in assenza di cambiamenti sulle condizioni possedute dai beneficiari: saranno loro a dovere però comunicare eventuali variazioni dei requisiti di accesso all’assegno (ad esempio nuove nascite o il compimento del 22esimo anno di età da parte di figli che dunque non rientrano più tra i beneficiari del sussidio), in caso di modifica dell’Isee e quindi variazioni di reddito o del patrimonio del nucleo.
Assegno unico, nuovi importi e limite Isee
L’assegno unico per i figli a carico è
soggetto ad adeguamento annuale, per espressa previsione normativa. Dal 2023 partirà il primo riallineamento tra limiti e importi dell’assegno unico sulla base della variazione del costo della vita che, tenuto conto delle ultime rilevazioni ISTAT, si assesta intorno all’8 per cento secondo le stime preliminari pubblicate a giugno.
La conseguenza è che verranno rivisti al rialzo gli importi dell’assegno e i limiti Isee: in particolare, il valore Isee per ottenere l’importo pieno dovrebbe passare
da 15.000 a 16.200 euro e, mensilmente, si avrebbe diritto ad un ammontare
pari a 189 euro rispetto ai 175 euro previsti ad oggi, maggiorazioni escluse. L’adeguamento avrà un effetto a cascata, e tutte le cifre che ruotano attorno all’assegno unico saranno quindi rimodulate a decorrere dal 1° gennaio 2023.
A cambiare anche la
soglia ISEE maggiore, che
da 40.000 euro passerebbe a 43.200 euro e l’importo minimo mensile, che da 50 euro (valore relativo ai figli minorenni) passerebbe a
54 euro.
Fonte: Qui Finanza
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