Simon Fieschi, sopravvissuto all'attentato a Charlie Hebdo, trovato morto a Parigi
A dieci anni dall'attentato, il 40enne Simon Fieschi è stato trovato senza vita in una camera d'albergo. Dubbi sulla causa del decesso
Simon Fieschi, sopravvissuto all'attentato a Charlie Hebdo e prima vittima colpita dai terroristi quella tragica mattina del 7 gennaio 2015, è stato trovato morto ieri in una camera d'albergo a Parigi. La notizia ha sconvolto il paese, e restano dubbi sulla dinamica della sua morte.
Omicidio o suicidio: i dubbi sulla dinamica della morte
L’autopsia non ha ancora chiarito le cause del decesso. Secondo alcune fonti della polizia, potrebbe trattarsi di suicidio, ma la sua legale, Nathalie Senyk, invita alla prudenza: «Non ci sono ancora prove di un gesto volontario». La tragica fine di Simon Fieschi riapre le ferite di un decennio di sofferenza fisica e psicologica.
La vita di Simon Fieschi cambiò per sempre quella mattina del 7 gennaio 2015. Alle 11:33, i terroristi Kouachi entrarono nella redazione di Charlie Hebdo, aprendo il fuoco contro Fieschi, webmaster del giornale, colpendolo con due colpi di kalashnikov, uno dei quali gli lesionò il midollo spinale. Ricoverato in condizioni gravissime, Fieschi venne posto in coma artificiale e si risvegliò una settimana dopo all’ospedale militare des Invalides, paralizzato agli arti.
Nonostante i medici fossero riusciti a salvargli la vita, Simon Fieschi si ritrovò a dover affrontare una lunga riabilitazione fisica e mentale. Anni di sforzi e rieducazione lo portarono a rimettersi in piedi, pur con l’aiuto di una stampella. Fieschi tornò anche a Charlie Hebdo, scrivendo della sua esperienza e del lungo incubo personale di «svegliarsi in un sarcofago».
Il senso di colpa del superstite
Fieschi fu segnato per sempre dal senso di colpa del sopravvissuto. In una delle sue testimonianze più forti, scrisse di aver riflettuto sul suicidio: «Essere costretto a vivere mi pareva una intollerabile negazione della libertà». Eppure, la sua determinazione a non arrendersi lo tenne in vita, nonostante le difficoltà.
Negli ultimi anni, Simon Fieschi aveva trovato un equilibrio tra l'amore per la sua compagna e la loro figlia, e il dolore fisico e psicologico che continuava a tormentarlo. Le sue parole rivelavano una continua lotta tra la voglia di vivere e la tentazione della morte.
La morte di Simon Fieschi ha suscitato grande commozione in tutta la Francia. Il presidente François Hollande ha espresso il suo cordoglio, ricordando Fieschi come «un uomo che lottava per superare l'orrore di cui era stato vittima». Anche i colleghi di Charlie Hebdo lo hanno ricordato con affetto e ammirazione, promettendo di portare avanti la sua battaglia simbolica contro il terrorismo.
La scomparsa di Simon Fieschi lascia un vuoto immenso, non solo nella sua famiglia, ma anche in tutti coloro che hanno seguito il suo coraggioso percorso. Il suo esempio di forza e resistenza rimarrà per sempre un simbolo del tragico attentato a Charlie Hebdo e delle sue conseguenze umane.