Il cantante Michele Bravi ha patteggiato un anno e 6 mesi di carcere per omicidio stradale, per l'incidente del 22 novembre 2018 nel quale morì una donna di 58 anni, Rosanna Colia.
Il provvedimento
Il provvedimento è stato ratificato dal gup di Milano, Aurelio Barezzetta, ai danni dell'artista vincitore di X Factor e che ha partecipato anche al Festival di Sanremo nel 2017. Il patteggiamento deciso oggi prevede la sospensione e la non menzione della pena nel casellario giudiziale.
Cosa accadde
Bravi era alla guida di un'auto di una società di car sharing: uscì da un parcheggio per immettersi in strada nel senso di marcia opposto, ma non vide la donna che in quel momento stava passando in sella alla sua moto.
Lo schianto
La donna si schiantò contro la portiera della macchina. Bravi aveva chiamato i soccorsi, la donna era stata trasportata al San Carlo, ma poco dopo morì.
La lettera di Michele Bravi
La proposta di patteggiamento aveva avuto anche il via libera del pm titolare dell'inchiesta Alessandra Cerreti. Bravi aveva anche scritto una lettera alla famiglia della donna due o tre mesi dopo l'incidente manifestando il dolore che provava e «la sua vicinanza e il vuoto per quello che era successo».
Il dolore del cantante
"Ho avuto la fortuna di non essere mai stato solo, ho avuto le mie persone affianco. Nonostante la vicinanza delle persone della mia vita a prendersi cura del mio corpo e persone, io non avevo un contatto con la realtà , ero incapace di esperire la vicinanza di qualcuno. Ho avuto un angelo vicino a me, le informazioni che mi ha consegnato per ritornare alla realtà sono state la cosa più potente”.
La potenza dell'amore
“Ho capito che il dolore non ha senso, ma quando due dolori si incontrano e confrontano creano una potenza infinita.“gli angeli non hanno un nome, è molto più di un nome, di un viso. Io lì ho scoperto che l’amore ti salva e non ti salva combattendo al posto tuo, ti salva standoti lì accanto”.
La terapia
Michele ha affermato di essersi sottoposto a una terapia, detta EMRD, che ha spiegato così: “la terapia ha un nome, è un modello clinico, è un metodo di eccellenza e si chiama EMDR. Un percorso che mi ha salvato, mi ha fatto incontrare le mie persone, mi ha fatto tornare a parlare, a sentire, è una potenza incredibile”. Fonte: Leggo.it