Stupro Palermo
Stupro Palermo

Il caso di stupro di gruppo avvenuto al Foro Italico di Palermo ha scosso l'opinione pubblica, ma la stessa vittima, una giovane di 19 anni, si era trovata coinvolta in un'altra vicenda di abusi un anno prima. 

In questa circostanza, la ragazza aveva denunciato il cugino cinquantenne, accusandolo di violenza sessuale con l’aggravante dell’uso di alcol e droghe. Tuttavia, in questo processo, il giudice per le indagini preliminari (gip) Stefania Brambille ha assolto l'uomo, stabilendo che "il fatto non sussiste".

La denuncia della 19enne: le accuse contro il cugino

La giovane aveva raccontato agli inquirenti che l’abuso sarebbe avvenuto nel giugno 2022, circa un anno prima dell'episodio di stupro di gruppo del luglio 2023 al Foro Italico. Secondo la sua versione, il cugino, all'epoca cinquantenne, l'avrebbe costretta a subire atti sessuali, approfittando di una situazione di vulnerabilità e dell’uso di alcol e cocaina.

La denuncia aveva gettato ombre pesanti sull'uomo, che era stato accusato di violenza sessuale aggravata. Tuttavia, nonostante le accuse, il racconto della giovane non ha retto nel corso del processo. Il gip, dopo aver ascoltato le testimonianze e valutato le prove presentate dalla difesa, ha ritenuto che non vi fossero elementi sufficienti per confermare le accuse.

La difesa del cugino: «Le ho fatto solo del bene»

Il cugino della vittima, difeso dagli avvocati Giovanni Di Trapani e Giovanni Morgante, ha sempre negato le accuse. Durante il processo, ha rilasciato dichiarazioni spontanee nelle quali ha affermato di aver fatto solo del bene alla ragazza. La giovane, che in quel periodo viveva con la zia, era stata affidata a lui per allontanarla da cattive frequentazioni. La zia aveva chiesto al cugino di aiutare la nipote, e così l’uomo aveva deciso di farla lavorare nella sua pizzeria nel centro storico di Palermo.

Secondo l’accusa della 19enne, proprio in quel contesto lavorativo sarebbe avvenuta la violenza. L’uomo, però, ha sempre sostenuto la sua innocenza, spiegando che non ci sarebbe stato alcun abuso. Ha dichiarato di aver rifiutato delle presunte avance della ragazza e di averla abbracciata solo in segno di affetto, senza alcuna intenzione malevola o violenta.

La decisione del giudice: assoluzione piena

Dopo aver analizzato tutte le prove e ascoltato le versioni delle parti, il gip Stefania Brambille ha stabilito che non vi erano elementi sufficienti per incriminare il cugino. La sentenza ha portato a una completa assoluzione dell'uomo, decretando che il fatto non sussiste.

Questa decisione arriva in un contesto particolarmente delicato, poiché la giovane è già vittima di uno stupro di gruppo avvenuto a Palermo. Tuttavia, il giudice ha dovuto separare i due casi, valutando quello riguardante il cugino sulla base delle prove presentate, che non sono risultate sufficienti per una condanna.

Un contesto familiare complesso

La vicenda si inserisce in un quadro familiare complicato. La giovane 19enne era stata ospitata dalla zia nel tentativo di allontanarla da cattive compagnie. È in questo contesto che il cugino avrebbe cercato di offrirle un lavoro e un aiuto, ma la ragazza ha raccontato un'altra storia, accusandolo di violenza sessuale. Nonostante la gravità delle accuse, il processo ha evidenziato che non c'erano prove concrete a supporto del racconto della giovane, portando alla decisione di assoluzione.

Le conseguenze e il futuro della vittima

La 19enne, oltre ad aver affrontato questo processo, è la stessa ragazza che ha subito uno stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo, un episodio che ha avuto un impatto devastante sulla sua vita. Nonostante l’assoluzione del cugino, rimane vittima di una terribile violenza che ha sconvolto la città e il Paese.

La vicenda rimane dolorosa e complessa, con molte sfide emotive e legali per la giovane. Mentre l'assoluzione del cugino chiude un capitolo, il trauma subito al Foro Italico e le sue implicazioni continuano a pesare sulla vita della ragazza.

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