TORINO. Chiesta la condanna dei medici dell'ospedale di Moncalieri a Sara Festa, la mamma morta dopo aver dato alla luce la sua bambina.

Torino, la morte di mamma Sara e della piccola Giorgia

Il fatto è accaduto lo scorso 23 luglio 2017. La piccola Giorgia nacque già priva di vita. "Soffriva di preclampsia. Non avrebbero dovuto dimetterla" è la tesi del pm Vincenzo Pacileo che in aula ha chiesto la condanna a due anni di carcere per il primario Pier Luigi Montironi, per la ginecologa Stella Sacchi che aveva in cura la donna e per il medico del pronto soccorso Samer Moghrabi. Lo riporta Il Messaggero. Anche la bimba avrebbe potuto essere salvata, secondo la tesi della procura: "è sconcertante vedere come Giorgia fosse una bambina perfettamente sviluppata. le foto sono impressionanti - ha detto il pm al giudice in aula - sappiamo che è un cadaverino, ma sembra solo una bimba che dorme. Guardate la manina come è perfetta e ben formata: pesava 1 chilo 748 e le erano stati dati farmaci per far maturare i polmoni. Era in condizioni ottimali per garantirle la sopravvivenza". La piccola sarebbe morta, secondo l'accusa, per un distacco di placenta. La causa di quel distacco è però la stessa che ha portato la madre a morire una decina di giorni dopo: la preclampsia.  Un disturbo tipico in gravidanza che cosniste nello sviluppo o nel peggioramento di ipertensione accompagnata dalla presenza di un eccesso di proteine nelle urine che si sviluppa dopo le 20 settimane di gestazione. "Era a 32 settimane di gravidanza - spiega il pm - se fosse stata controllata in ospedale il distacco di placenta non si sarebbe verificato. Aveva la pressione alta che rispondeva alle terapie, ma poi aveva derive e picchi. Vi fu quindi imprudenza nelle dimissioni perché la sua pressione non si era stabilizzata: c'erano stati picchi allarmanti. Se fosse rimasta ricoverata, il monitoraggio sarebbe stato costante: madre e figlia si sarebbero salvate". Una tesi che non ha mai convinto le difese: secondo gli avvocati Gian Maria Nicastro e Cosimo Maggiore  che assistono la ginecologa "nulla poteva essere fatto per salvare Sara Festa, aveva una malformazione cardiaca congenita". Sul cuore della donna c'è stata una battaglia di perizie. Era stato un colpo di scena il risultato della consulenza disposta dal giudice secondo cui era emerso che avrebbe avuto la valvola cardiaca tricuspide anziché bicuspide. "Nessuno ha mai rilevato quell'anomalia cardiaca" ha invece ribattuto l'avvocato Claudio Strata che assiste i familiari della donna deceduta. Era anche emersa l'ipotesi di verificare se il cuore esaminato fosse effettivamente il suo. Ma per la procura, al di là della conformazione dell'organo, il nesso di causa è chiaro: soffriva di gestosi, lo stesso problema che aveva già avuto durante la prima gravidanza. Ma i medici hanno sottovalutato i suoi parametri. Fonte: Il Messaggero Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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