Guerra Israele, Hamas: leader brigate Al-Qassam ucciso in raid Libano
Escalation di violenze in Medio Oriente, crescono le preoccupazioni per la sicurezza globale
La tensione in Medio Oriente continua a crescere a seguito dell'uccisione di Saeed Atallah Ali, leader delle brigate Al-Qassam, il braccio armato di Hamas.
Ali è stato ucciso in un raid aereo nel nord del Libano, insieme a sua moglie e alle due figlie piccole. Hamas ha confermato la notizia tramite i media locali, promettendo vendetta per la morte del suo comandante. In una dichiarazione ufficiale, Hamas ha affermato: “Promettiamo al nostro popolo di vendicare il sangue puro versato e assicuriamo che la nostra risposta sarà concreta prima che verbale”. Questo episodio rischia di innescare una nuova serie di violenze e attacchi, ampliando ulteriormente il conflitto in corso tra Israele e Hamas.
Esortazioni Internazionali e Reazioni Politiche
La morte del leader di Hamas ha scatenato reazioni internazionali. L'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha suggerito che Israele dovrebbe considerare di colpire i siti nucleari dell'Iran, una possibilità che, secondo fonti americane, non è stata esclusa dallo Stato ebraico. Tuttavia, l'attuale presidente, Joe Biden, ha espresso cautela, frenando anche l'idea di attacchi contro gli impianti petroliferi iraniani.
Nel frattempo, la situazione al confine tra Israele e Libano si è ulteriormente deteriorata. Durante la notte, nuovi raid israeliani hanno colpito obiettivi a Hezbollah, con l'organizzazione libanese che ha riferito di scontri tra i suoi militanti e soldati israeliani al confine. È stato inoltre riportato che il leader di Hezbollah, Naim Qassem, potrebbe essere stato coinvolto negli scontri, anche se mancano conferme ufficiali.
Iran e Hezbollah: Reazioni e Minacce
La Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, ha definito "legittimi" gli attacchi del 7 ottobre contro Israele e ha lodato l'uso di missili iraniani contro lo Stato ebraico. Khamenei ha inoltre esortato i musulmani di tutto il mondo a unirsi per eliminare Israele. Questo ha aumentato la preoccupazione a livello internazionale, alimentando l’idea di una potenziale espansione del conflitto in tutta la regione. Nel frattempo, oggi in numerose città del mondo, incluse Roma, sono previste manifestazioni a sostegno del popolo palestinese. La capitale italiana è stata fortemente presidiata dalle forze di sicurezza per evitare infiltrazioni nei cortei.
Sirene Anti-Razzo nel Nord di Israele
La tensione è tangibile anche all'interno dei confini israeliani. Le sirene anti-missile hanno risuonato per tutta la notte in diverse città del nord di Israele, inclusi Nazareth, Yokneam, Migdal HaEmek e le pianure di Esdraelon e Wadi Ara. Le autorità israeliane hanno invitato i cittadini a mettersi al riparo, poiché la minaccia di attacchi missilistici dalla regione libanese è costante.
Diplomazia e Sforzi Umanitari
Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, è arrivato in Siria per discutere con i leader locali riguardo alla situazione in Medio Oriente. Araghchi ha confermato che l’Iran non intende ampliare ulteriormente il conflitto, precisando che i loro obiettivi militari rimangono circoscritti a obiettivi israeliani specifici, senza coinvolgere civili.
Nel frattempo, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti umanitari per il Libano, pari a 157 milioni di dollari. Questi fondi sono destinati a fornire cibo, ripari e supporto medico ai rifugiati interni e alle comunità colpite dal conflitto, sia in Libano che nella vicina Siria.
Preoccupazioni di Sicurezza negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, l’FBI e il Dipartimento di Sicurezza Interna (DHS) hanno lanciato un allarme per potenziali atti di violenza in concomitanza con l'anniversario del 7 ottobre, data in cui un anno fa Hamas lanciò i suoi attacchi contro Israele. Le autorità temono che questo anniversario possa ispirare atti estremisti e crimini d'odio all'interno del territorio americano.
L’uccisione del leader delle brigate Al-Qassam e l’escalation di violenze tra Israele e i suoi avversari regionali segnano una fase critica del conflitto. Con le crescenti tensioni in Medio Oriente e le preoccupazioni per la sicurezza globale, l’equilibrio della regione appare più precario che mai.